Autorità portuale, Delrio non scioglie il nodo sulla sede pugliese: Bari o Taranto?
TARANTO – «Abbiamo un criterio nella riforma dei porti che è quello di riconoscere i porti “core” come sede di Autorità portuale. La Puglia ha due porti “core”, per questo la suggestione che ho suggerito alla Regione, alla città metropolitana di Bari, alla città di Taranto, è di provare a trovare anche una soluzione con un’unica Autorità pugliese. Secondo me è una soluzione innovativa». Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, oggi a Taranto per l’inaugurazione della Piattaforma logistica dello scalo ionico (progetto ritenuto strategico e di preminente interesse nazionale come definito dalla Legge Obiettivo 443/01, frutto di un project financing di 219 milioni di euro, migliorerà la dotazione infrastrutturale complessiva del porto e garantirà i servizi nel campo della logistica integrata), non scioglie il nodo sulla scelta della sede dell’Authority regionale.
In ballo ci sono Taranto e Bari, due città che sul piano politico, economico ed amministrativo, vivono realtà completamente differenti. Per questo, soprattutto a Taranto, la scelta di Bari verrebbe vista come l’ennesimo schiaffo al territorio. A Bari, invece, le pressioni su Delrio e sul governatore Emiliano continuano a intensificarsi. La questione, però, è più complessa. Secondo Delrio «la Puglia ha un sistema portuale di assoluta rilevanza e che le autority siano due o una non è un problema: il problema è riempire i porti di lavori e di economia». Il problema è che la Piattaforma logistica a Taranto non può certo restare una cattedrale moderna in un deserto commerciale. «A Taranto abbiamo fatto un progresso enorme in questo anno e nel 2016 lo faremo ancora di più. Questo porto tornerà ad essere tra i più importanti del Mediterraneo e sono molto soddisfatto di questo lavoro».
Delrio ammette che «qui si capisce benissimo che il problema non è l’esistenza o meno dell’Autorità portuale ma riportare le navi e fare i lavori che si devono fare, fare i dragaggi, creare le condizioni perché le imprese credano nel sistema italiano. Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo fatto veramente un lavoro straordinario, molto positivo, che continuerà nei prossimi mesi. Adesso siamo nelle condizioni di dire agli operatori commerciali di venire a Taranto e fidarsi». Anche perché 500 lavoratori della Taranto Container Terminal sono ancora in cassa integrazione e questa condizione stride con la realtà che si sta dipingendo.
«Troveremo altri terminalisti: ho seguito la vertenza Tct e col governo abbiamo fatto di tutto per convincere Evergreen a non andare via, ma il mondo delle grandi imprese non fa questioni di cuore, vanno dove i porti sono efficienti, dove i lavori sono stati fatti: qui avevamo un ritardo di dieci anni che adesso si sta colmando». A proposito della riforma, Delrio spiega che «si basa su semplificazione amministrativa, informatizzazione, programmazione seria e congiunta del sistema Italia sulla portualità e aumento delle potenzialità della risorsa mare portando i binari dentro i porti, collegando bene i porti con le grandi vie di comunicazione e cercando di essere davvero competitivi rispetto ai porti del nord Europa e del sud del Mediterraneo. Per fare questo c’è bisogno di più coordinamento».
Riprendendo il tema della sede dell’Autorità portuale, Delrio non si sbilancia -ed era prevedibile- anche se il suo parere è che «le zone più deboli vadano premiate». Glissa anche Emiliano. «Entrambi i porti hanno “titolo” per diventare sede di Autorità portuale. Che Taranto stia dentro non credo che sia da mettere in discussione ma anche Bari rientra nei criteri previsti dalla riforma: dobbiamo capire se è utile che questi due porti siano coordinati attraverso un’unica Autorità portuale. Che ci debba essere un coordinamento tra tutti i porti di Puglia questo è sicuro perché altrimenti facciamo le battaglie degli sciocchi. Bisogna smetterla di pensare che stando vicini al potere le opportunità cadano automaticamente tra le braccia».
Al taglio del nastro erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, l’arcivescovo Filippo Santoro e il commissario dell’Autorità portuale di Taranto, Sergio Prete che annuncia «la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra le autorità portuali di Bari, Brindisi, Manfredonia e Taranto con la quale si avvia una collaborazione per il recepimento del piano nazionale strategico della portualità e della logistica e per la costituzione delle aree integrate logistiche».
Nicola Sammali
PIASTRA PORTUALE DI TARANTO
Il progetto per la realizzazione dei lavori di Piastra Logistica integrata del Porto di Taranto è costituito dai seguenti interventi:
•Piattaforma logistica
Si tratta di un modello di piattaforma logistica integrata nei diversi segmenti del trasporto non più suddivisi per modalità (marittima, terrestre, aerea) ma come fasi di un unico processo, costituendo un centro d’interscambio fra due o più modalità di trasporto (strada – ferro – mare) in un’area dotata di adeguati collegamenti diretti con la rete ferroviaria e stradale nazionale (trasporto intermodale). La Piattaforma si estende su un’area di 200.000 mq. in ambito portuale.
•Strada dei moli ed impianti
La strada dei moli e impianti prevede il collegamento organico ed efficiente di tutti i moli del porto di Taranto e il miglioramento dei collegamenti con la rete stradale nazionale. È inoltre prevista la realizzazione delle reti idriche, fognanti, collettamento acque di pioggia, acqua industriale, illuminazione pubblica, alimentazione principale elettrica, predisposizione telefonica e telematica.
•Ampliamento del IV sporgente
L’ampliamento del IV sporgente prevede la realizzazione di una nuova banchina di ormeggio per una lunghezza di m 600.
•Darsena a Ovest del IV sporgente
La Darsena ad Ovest del IV sporgente comprende sia la banchina di riva che le banchine di raccordo sino all’esistente darsena servizi.
•Vasca di colmata (opera connessa).
La Vasca di Contenimento dei Fanghi serve ad accogliere i fanghi provenienti dai dragaggi del IV Sporgente e della Darsena Ovest.