Arriva la “Spartan Race”: Comune di Taranto non pervenuto

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TARANTO – Il 29 e il 30 ottobre, Taranto ospiterà la “Spartan Race”, la più famosa corsa ad ostacoli del mondo. Un evento che richiamerà in riva allo Jonio migliaia di partecipanti. Al momento gli iscritti sono circa 3.000, ma il numero è destinato a crescere. Eppure, a Palazzo di Città la notizia non è stata recepita a dovere se ancora oggi non si è a conoscenza di un programma elaborato per capitalizzare al meglio un’occasione così ghiotta.

Stiamo parlando dello stesso ente che dopo essersi gemellato con Sparta, un anno fa, non ha ancora risposto ad un invito rivolto dalla città greca per ricambiare l’ospitalità. Di questa ottusità istituzionale si è parlato in mattinata nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sede della Lega Navale da Marco De Bartolomeo, Dante Roberto e Claudia Carone, referenti dell’associazione “Taranto, la città Spartana”. L’accusa rivolta al Comune è chiara: mancanza di governance.

«La “Spartan Race” è un’opportunità storica per la città – ha spiegato De Bartolomeoè l’occasione per recuperare la capacità di raccontarci in maniera differente rispetto al passato. Taranto è l’unica città spartana ad ospitare un evento che vede coinvolte tutte le nazioni del mondo e che supera ogni tipo di discriminazione. Dovremmo accogliere gli atleti, spartani adottivi, con questo messaggio: benvenuti a casa. Invece il Comune, a poco più di 40 giorni dall’evento, non ha prodotto nulla».

I referenti di “Taranto, la città Spartana” hanno la netta sensazione che lo “Spartan Race” raccolga consensi a livello governativo, ministeriale e regionale (con il coinvolgimento anche di Pugliapromozione) senza però attecchire proprio nell’ente civico che più di tutti dovrebbe beneficiare dell’auspicato ritorno di immagine.

Dopo l’entusiamo iniziale manifestato dal sindaco Ezio Stefàno, infatti, non si sono notati progressi. Il rischio è che tutto si riduca ad una corsa internazionale gestita da privati, un mordi e fuggi sportivo senza ricadute positive per una città che avrebbe tanto da offrire ai visitatori: dal museo MarTa al Castello Aragonese, dagli ipogei al MuDi.

Finora, il Comune di Taranto si è mosso come un bradipo dalla vista corta. A livello culturale, da tempo, il fermento è promosso essenzialmente a titolo personale ed associativo: dal concerto dell’Uno Maggio organizzato dal comitato “Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti” alle visite negli ipogei proposte da Nobilissima Taranto di Carmine De Gregorio. L’anello debole della catena è rappresentato, anche questa volta, dall’ente civico.

«Finora le nostre istituzioni non hanno dato prova di grandissima efficienza – è stato detto  – basti pensare alla gestione tragicomica della candidatura di Taranto come Città europea della cultura, quando il Comune presentò un dossier in cui si chiedevano finanziamenti al ministro. Per quanto riguarda la “Spartan Race”, il livello di comunicazione, oggi, è pari a zero».

Insomma, qualcosa non ha funzionato se il Comune si è mostrato così poco reattivo, ma  il tempo per rimediare alle lacune, almeno parzialmente, potrebbe esserci. Il consigliere comunale di opposizione Lina Ambrogi Melle, presente nella sede della Lega Navale, si è offerta per promuovere l’apertura di un dialogo più costruttivo con l’Amministrazione. E’ ovvio che l’appello lanciato oggi da “Taranto, La Città Spartana” non può rimanere inascoltato.

Quando ricapiterà un’altra occasione del genere in grado di rilanciare a livello internazionale il brand spartano e l’immagine di una Taranto diversa, non più associata soltanto ai fumi dell’Ilva e ai danni sanitari? Facendo dei semplici calcoli, nei due giorni della “Spartan Race”, verranno spesi dagli atleti almeno 150.000 euro tra pernotto e spese varie. Pensate cosa potrebbe rappresentare per la città l’arrivo di migliaia di persone provenienti da sei continenti alla scoperta delle nostre bellezze e delle radici spartane.  Non si tratta solo di business, ma della necessità di cominciare a volare alto. Finalmente.

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