I nostalgici del fascismo si radunano a Dongo in provincia di Como per omaggiare il Duce | Forse meglio chiamarli fascisti più che nostalgici

Benito Mussolini in fuga con Claretta Petacci fu ucciso a Giulino di Mezzegra. A Dongo poco lontano scatta l’omaggio fascista.
Esponenti di estrema destra venuti a omaggiare Mussolini e i gerarchi nazisti catturati, mentre si stavano rifugiando in Svizzera da un lato, e antifascisti dall’altro.
Questa la scena verificatasi a Dongo, sul lago di Como, che si ripete ogni 27 aprile, anniversario della cattura del Duce.
Come di consueto l’ associazione culturale “Mario Nicollini”, ex presidente comasco dell’Unione combattenti della Repubblica sociale, ha organizzato l’appuntamento prima a Dongo e poi, a Giulino di Mezzagra, dove fu ucciso.
Dall’altro lato della strada l’Anpi di Dongo convoca associazioni e cittadini “a difesa della memoria e della piazza storica intitolata al martire partigiano Giulio Paracchini dalla provocazione delle camicie nere”.
Sulle pagine web gli omaggi per Mussolini
Ricordate che Mussolini fu giustiziato dal commando guidato da Audisio nel 1945 nel momento in cui cercava di abbandonare il paese. E’ amaro vedere come sia possibile in Italia nei giorni in cui si celebra la liberazione dalla dittatura, persone che nemmeno sanno cosa sia una dittatura fare il saluto romano in onore di un periodo che nemmeno conoscono.
Vedere le forze dell’ordine che si prodigano per identificare persone che hanno esposto striscioni antifascisti e non vedere la stessa solerzia nell’atto contrario. Il clima è mutato e il fascismo gode di buona salute. Sono poche le persone che manifestano apertamente questa ideologia di estrema destra, ma questo giustificazionismo spaventa.
Il fascismo moderno
Il fascismo di questo contesto storico non è quello di Mussolini. E’ un fascismo che si è insinuato nel campanilismo della crisi economica nella parte più populista degli italiani. Non sono importanti le 100 persone a Dongo. Difatti, spaventa di più il fatto che la narrazione storica sia edulcorata, dimenticata, zuccherata. Si vedono persone che sono convinte che essere di estrema destra sia la scelta controcorrente e giovani che pensano che si possa dare fuoco a dei mendicanti in provincia di Torino.
La violenza cresce, in Sicilia dei ragazzi hanno usato le pistole e si vede il germe della cultura fascista vecchia scuola che aveva il cuore pulsante nell’uso della violenza, nella sopraffazione, nell’abuso del potere e nell’intolleranza. Non è un braccio destro alzato a fare il fascista. E’ la manipolazione del reale per schiacciare gli altri, è nelle istituzioni incapaci di gestire il futuro del paese. Questo perché col tempo si è sporcata una costituzione nata da una guerra e da una dittatura. Così avviene lo stupro del paese da parte di chi dovrebbe essere vicino al popolo, ma non lo è.