Novità lavoro – La malattia è stata cancellata: adesso rischi anche di essere licenziato | Se stai male ti arrangi

Scoppia un nuovo disastro per l’INPS: la malattia è stata cancellata per molti lavoratori, che rischiano persino di essere denunciati. Ecco cosa sta succedendo nello specifico.
Negli ultimi anni, la giurisprudenza si è evoluta nel campo del diritto del lavoro, soprattutto per quanto riguarda i diritti e le agevolazioni previsti per i lavoratori, come nel caso delle malattie.
Sulla base di questa evoluzione, i lavoratori che richiedono informazioni relative alla malattia devono ormai affidarsi all’INPS e presentare la dovuta documentazione per attestare il proprio stato di salute.
Recentemente, si è parlato di una cancellazione dei benefici legati alla malattia, motivo per cui molti lavoratori si sono preoccupati, temendo per la loro situazione lavorativa e per possibili conseguenze legali.
Inoltre, si è parlato di ingenti multe da dover pagare qualora si venga meno agli obblighi legati al proprio stato di malattia e alla giustificazione delle assenze lavorative.
Scoppia il caos all’INPS: cancellate le malattie
Ebbene sì, come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, nelle ultime ore si è tornato a parlare delle malattie nel contesto lavorativo, in relazione ai cambiamenti previsti dalla giurisprudenza riguardo al diritto del lavoro.
La malattia, infatti, rappresenta sempre un tema delicato sia per il datore di lavoro che per il lavoratore stesso, poiché entrambi devono rispettare determinati obblighi legali quando si richiede un’esenzione per motivi di salute, sia personali che familiari. Un esempio pratico è il congedo parentale, concesso a chi si assenta dal lavoro per prendersi cura di un familiare.

Ora rischi la multa se prendi la malattia: ecco di cosa si tratta
Secondo quanto reso noto dal portale Brocardi.it, recentemente sono stati messi in discussione i permessi previsti dalla legge 104. In particolare, un’insegnante che lavorava in un istituto scolastico in Campania è stata oggetto di un’indagine per aver percepito un secondo stipendio durante un periodo biennale di assenza dal lavoro. Sulla base di ciò, sono stati avviati controlli incrociati da parte delle autorità competenti, in collaborazione con la Procura regionale della Corte dei Conti.
Il caso ha rivelato che l’insegnante ha arrecato un danno di circa 60.000 € allo Stato, percependo l’indennità sostitutiva dello stipendio. Di conseguenza, potrebbe essere costretta a restituire le somme percepite indebitamente, come previsto dall’articolo 316-ter del codice penale, che riguarda l’appropriazione indebita.
Una situazione simile potrebbe verificarsi anche per chi ottiene un congedo parentale ma continua a svolgere un’attività parallela, guadagnandosi così una seconda entrata. In questi casi, chi viene colto in flagrante potrebbe essere obbligato a restituire l’importo all’INPS.