Addio vino nei ristoranti, con la nuova legge non li venderanno più | Potremo bere solo acqua e analcolici

Vino vietato nei ristoranti - Inchiostroverde.it (Fonte Foto Canva)
Vino vietato nei ristoranti – Inchiostroverde.it (Fonte Foto Canva)

Si torna a parlare nuovamente del vino servito nei ristoranti, non solo in relazione al nuovo codice della strada, che ha già abbassato i limiti di tolleranza sull’alcol, con sanzioni molto più severe.

La questione delle bevande alcoliche servite nei locali è ormai oggetto di discussione anche a livello legislativo, e una nuova legge potrebbe trasformare il vino in un lusso inaccessibile.

In base a queste nuove normative, infatti, la legge prevede un cambiamento drastico che potrebbe portare, ben presto, a una situazione in cui il vino non sarà più servito nei ristoranti.

Una notizia che sta creando grande preoccupazione, non solo tra i consumatori, ma anche tra i produttori di vino, che stanno cercando soluzioni per far fronte a questa problematica.

Dobbiamo davvero prepararci a dire addio al vino nei ristoranti?

Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, una prima “bastonata” per i produttori di vino era arrivata proprio con il nuovo codice della strada, che ha spinto molti consumatori a preferire bevande analcoliche ai tradizionali bicchieri di vino, per timore di incorrere in sanzioni severe.

Ora, la preoccupazione si è spostata sui costi, che potrebbero arrivare a 45 miliardi di euro tra impatto diretto e indiretto per i produttori di vino. Una notizia sconvolgente che sta mettendo a rischio la produzione dei vini italiani.

Nel 2025 cambia tutto: saremo davvero costretti a ordinare solo analcolici?

A destare numerose preoccupazioni, dunque, sono i nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti, discussi durante la cinquantasettesima edizione del Vinitaly, tenutasi a Verona. I produttori, insieme ai sindacati, hanno espresso la loro preoccupazione, dato che l’importazione del vino italiano rappresenta il 24% delle esportazioni, mentre la Francia contribuisce al 20% e la Spagna all’11%.

A intervenire sulla questione sono stati anche diversi sindacati, tra cui Coldiretti, che ha parlato di una potenziale perdita di circa 390 milioni di euro. Per fronteggiare tali perdite, i produttori potrebbero essere costretti ad aumentare i prezzi, con una bottiglia di Prosecco DOCG che potrebbe passare da 16 € a 20 €. Di fronte a questa situazione, i produttori chiedono un dialogo multilaterale con le autorità statunitensi per cercare di sospendere l’applicazione di tali dazi.

Vino vietato nei ristoranti - Inchiostroverde.it (Fonte Foto Canva)
Vino vietato nei ristoranti – Inchiostroverde.it (Fonte Foto Canva)

Le preoccupazioni degli esperti

Anche Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini, ha manifestato preoccupazione riguardo l’aumento dei costi, che si aggira intorno al 20%. Durante il Vinitaly, ha dichiarato: “Uiv confida che il governo italiano possa rappresentare in sede europea le ragioni del settore e promuovere la strada del dialogo e della trattativa. Bisogna inoltre evitare che si ripeta l’esperienza subita nel 2020, quando le tariffe extra del 25% hanno visto calare il nostro business del 28% in valore. Per questo siamo a disposizione del governo per descrivere nel dettaglio le dinamiche che si stanno venendo a creare lungo la catena commerciale“.

Anche Luca Zaia, presidente del Veneto, ha parlato della questione: “È ovvio che siamo preoccupati per i dazi, ma se, da un lato, l’Europa deve rispondere con misure appropriate in maniera compatta, dall’altro bisogna trattare con gli Stati Uniti. Ieri Elon Musk ha detto di sperare che i dazi se ne vadano, creando una vera zona di libero scambio tra UE e USA. Spero che il nostro governo, insieme all’Europa, spinga per questo nuovo asse UE-USA“.