Vietato andare in bagno di notte, sono 500€ di multa se non te la tieni fino all’alba: non bere più niente la sera

Negli ultimi anni, molti aspetti della vita quotidiana di tantissime persone sono cambiati, come nel caso della necessità di andare in bagno durante la notte, che può costarci anche 500 € di multa.
Come abbiamo avuto modo di spiegare anche in articoli precedenti, nel corso degli anni sono stati introdotti numerosi cambiamenti riguardanti la convivenza con altre persone, sia in condomini che in case comunicanti.
Un argomento molto delicato sul quale la giurisprudenza si è espressa in più occasioni, cercando di tutelare i diritti della persona nei confronti di disturbi reali e concreti.
Incredibilmente, tra questi disturbi rientra proprio la necessità di andare in bagno durante la notte, una situazione comune per molti di noi, ma che è diventata un vero e proprio divieto.
Questa abitudine, infatti, può costarci fino a 500 € di multa, motivo per cui dovremmo cambiare considerevolmente le nostre abitudini quotidiane.
Vai in bagno di notte? Preparati a spendere 500 € di multa
Ebbene sì, nel mirino dell’attenzione dei media è finita proprio l’abitudine di andare in bagno durante la notte, che può costarci molto, fino a 500 €. Un esempio pratico per capire quanto stiamo dicendo arriva dal caso citato dal portale Virgilio.it, che fa riferimento proprio all’abitudine di andare in bagno nelle ore notturne, considerata non solo una violazione, ma anche motivo di causa legale.
Il fatto è accaduto a Golfo dei Poeti, in provincia della Spezia, dove quattro fratelli hanno deciso di ristrutturare un appartamento. Durante i lavori, hanno modificato anche i bagni e messo la cassetta del WC su una parete comunicante con quella dei vicini. Tuttavia, una volta conclusi i lavori, si è verificato quello che nessuno si aspettava: il rumore dello sciacquone era talmente forte che i vicini hanno deciso di avviare una causa legale.

Finiscono in tribunale e il giudice dà ragione ai vicini
Incredibilmente, rispetto a quanto si sarebbe potuto immaginare, il rumore generato dalla cassetta dell’acqua nella parete comune ha spinto i vicini a fare causa ai quattro fratelli. I giudici della Corte di Cassazione hanno dato loro ragione, sottolineando che la parete divisoria non era adeguata a contenere l’intensità acustica del rumore dello sciacquone, considerando ciò una vera e propria causa di disturbo.
A seguito di tale valutazione, i giudici hanno accertato che il rumore prodotto dallo scarico superava il limite consentito di 3 dB rispetto agli standard previsti dalla legge. Tenendo conto delle normative acustiche, i proprietari dell’appartamento che aveva causato il rumore sono stati costretti a correre ai ripari, facendo in modo che l’ambiente tornasse tranquillo e garantendo il riposo notturno dei vicini di casa, un diritto imprescindibile tutelato dalla giurisprudenza e dalla civile convivenza.