La politica del Re-Arm europeo è una presa in giro? | Chi ne beneficia realmente

In questa situazione politica estremamente orwelliana, l’Europa ha deciso di attivare la politica di Re- Arm. Sarà utile?
In questi giorni la politica del bisogno di una difesa e di una tutela europea a fronte del bisogno di porre fine alla guerra in Ucraina ha fomentato molte discussioni.
L’Ue si adopera nel tentativo di organizzarsi a livello difensivo militare, per ostacolare eventuali decisioni divisive da parte dei paesi esteri che potrebbero minare la pace.
I dati dello Stockholm International Peace Research Institute che ha il compito di condurre ricerche scientifiche in materia di conflitti e cooperazione di importanza per la pace e la sicurezza internazionale, sono interessanti.
Tutto questo allo scopo di contribuire a una comprensione delle condizioni per soluzioni pacifiche ai conflitti internazionali e per una pace stabile.
Cosa dice il SIPRI
Alcuni dati che riguardano l’Europa denotano che l’importazione di armi è più che raddoppiata dal 2020 al 2024. E quasi il 64% delle armi in circolazioni provengono dagli Usa, a favore quindi dell’industria bellica dell’America. Gli Usa sono i principali produttori di armi per quanto concerne tecnologie e livelli.
Secondo il Sipri, il riarmo europeo pertanto era già iniziato prima delle guerra in Ucraina, se si controllano le fatture di acquisto armi. Ovviamente ora a guerra iniziata è palese che sia l’Ucraina il più grande acquirente, ma prima il mercato era comunque florido.

Il mercato bellico
Moltissime armi sono finite in questi anni in Qatar, Arabia Saudita e India che si sono armati investendo i loro soldi, sempre secondo il SIPRI. Quindi come si evince non è solo la Russia che ha un atteggiamento tollerante nell’acquisto armi. I rapporti con la Russia e l’Unione Europea sono cambiati molto in un pugno di anni. Ricorderete che lo stesso Macron prima del conflitto aveva parlato a favore dei territori a maggioranza russa come il Donbass, affermando che avrebbero potuto fare un referendum per vedere riconosciuta la loro appartenenza russa.
Quindi dopo il conflitto, 35 stati hanno iniziato a cedere armi a Kiev. L’Italia è passata dal decimo al sesto posto tra i produttori globali di armi e i governi che hanno rilanciato il mercato bellico italico secondo il Sipri sono i governi Renzi e Gentiloni. Gli Stati Uniti sono ovviamente il principale fornitore di armi al mondo. Il Re- Arm Europe quindi con il programma di difesa comune con 800 miliardi di investimento andrà a riarmare un’ Europa già armatissima. Si armeranno i singoli stati nazionali a disposizione dei governi, senza per ora una vera regia di difesa comune.