Il Gattopardo torna su Netflix in una nuova veste | Tutto quello che c’è da sapere su una storia senza tempo

Il Gattopardo
Il Gattopardo serie tv – Web – InchiostroVerde.it

Netflix ripropone il classico di Giuseppe Tomasi di Lampedusa in una veste nuova e più moderna. Questo nuovo punto di vista funziona?

Il Gattopardo torna in tv grazie a Netflix. Questa nuova trasposizione prova a offrire nuove interpretazioni al romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

La storia è ambientata nel periodo di transizione dall’età dei Borbone a quella dell’unità d’Italia e segue le vicissitudini del principe Salina. Costui è un aristocratico siciliano che osserva il cambiamento sociale e politico che avviene.

La storia è incentrata sulla fine di un mondo, sulla decadenza dell’aristocrazia e il cambiamento di un intero sistema di valori.

Il Gattopardo è il simbolo della famiglia Salina, un felino che conserva l’apparenza mentre intorno tutto cambia.

Il paragone con il film di Visconti

Questa serie non cerca di paragonarsi in grazia e bellezza con il capolavoro di Luchino Visconti del 1963, che ha regalato al mondo immagini indimenticabilmente scenografiche ed interpretazioni memorabili.

Diretta da Tom Shankland, sei episodi disponibili  in streaming, risulta essere un’opera molto ambiziosa che deve per forza scontrarsi con quanto il romanzo e il film che l’hanno preceduta hanno lasciato nel pubblico. Forse la sceneggiatura manca dello stesso impeto che si è letto sulla carta e che Visconti ha magistralmente trasposto.

Il gattopardo
Il Gattopardo di Visconti – Wikipedia – InchiostroVerde.it

Il Gattopardo è una storia sempre attuale

E’ una storia di intrighi, passione e rivoluzione dal punto di vista dell’aristocrazia, il cui potere è messo in pericolo dai moti garibaldini. Kim Rossi Stuart interpreta il principe di Salina, simbolo di questo mondo ormai in decadenza, araldo di un mondo che è travolto dal vento del cambiamento. Si trova nel disagio del declino a cui sta andando incontro, trova la possibilità di consolidare il potere familiare con un matrimonio combinato. Quello di suo nipote Tancredi interpretato da Saul Nanni e la bellissima e ricca borghese Angelica (Deva Cassel). Questo è un concetto fondamentale dell’opera, dato che i borghesi all’epoca per i nobili erano solo inutili arricchiti.

Tancredi rappresenta la nuova generazioni di nobili, che ha compreso perfettamente che il mondo è in un momento diverso e che non si può concepire la nobiltà come un tempo. Con questo non significa che sia un riformista, perché è lui che pronuncia la frase chiave: “se vogliamo che tutti resti come è, bisogna che tutto cambi”. Tancredi bada solo all’apparenza, alla facciata, al fatto che il proprio tornaconto personale sia l’unico obbiettivo da raggiungere e che alla fine la realtà non cambia mai veramente a livello profondo. Si aggiusta solo la facciata.