Omicidio Liliana Resinovich | Le conclusioni degli esperti che hanno lavorato alla super perizia

Liliana Resinovich
Liliana Resinovich foto di repertorio – InchiostroVerde.it

Il giallo sulla morte della pensionata triestina vede il susseguirsi di numerosi colpi di scena. La super perizia cambia tutto.

La nuova perizia ordinata dal tribunale apre nuovi scenari e potrebbe portare alla verità e alla risoluzione di un mistero che dura da anni.

La storia di Liliana Resinovich, comincia quando esce dal suo appartamento a Trieste il 14 dicembre 2021. Non vi farà più ritorno. A casa lascia la borsetta, il portafogli, i documenti di identità, due cellulari e la fede nuziale.

Il marito presenta denuncia di scomparsa la sera stessa, intorno alle 22. Gli inquirenti inizialmente pensano ad un allontanamento volontario.

Le ricerche si spostano nel parco dell’ex Ospedale psichiatrico, dove viene rinvenuto il corpo. La donna, rannicchiata a terra in posizione fetale, è infilata in due sacchi neri, uno infilato dalle gambe e l’altro dal busto, a scoprire la parte lombare e il fondo schiena.

Le conclusioni della prima autopsia

Il primo quadro autoptico, denota diverse lesioni ed ecchimosi. Viene individuata una vecchia frattura al naso ed altre lesioni o tumefazioni al volto ed alla testa e un’infiltrazione emorragica sulla lingua. La morte viene collocata, entro le 48- 72 ore dal momento del ritrovamento. L’ipotesi avanzata sarebbe quella del suicidio.

Liliana, il cui corpo viene rinvenuto in ottime condizioni di conservazione, con gli abiti e la biancheria intima puliti e perfettamente depilata, si sarebbe incamminata per un sentiero impervio, dove potrebbe essere caduta, andando quindi a spiegare ecchimosi e lesioni. In un secondo momento avrebbe indossato un sacchetto biodegradabile, con un cordino assolutamente non stretto, non funzionale a garantire un soffocamento. Successivamente si sarebbe infilata in due sacchi neri e si sarebbe lasciata morire. Ad agosto 2022  la conclusione è che si è soffocata da sola dato l’assenza «di chiare evidenze omicidiarie di terzi».

Omicidio Resinovich
Liliana Resinovich – foto di repertorio – InchiostroVerde.it

I familiari si sono opposti alla richiesta di archiviazione

Il gip del Tribunale di Trieste non accoglie la richiesta di archiviazione e riapre il caso. Si richiede una nuova perizia che arriva a conclusioni diverse. Infatti secondo la nuova perizia Liliana è morta “in via di elevatissima probabilità”  il 14 dicembre 2021, ovvero il giorno in cui il marito denuncia la scomparsa.

Dalle analisi emergono “elementi piliferi” sugli “indumenti”, sui “sacchetti che avvolgevano il capo” e sui “peli pubici” estranei alla donna. Ergo dall’analisi si afferma che Liliana avrebbe lottato con il suo assassino, il quale l’avrebbe afferrata e presa a pugni per poi accanirsi sul volto e sulla testa, dove l’autopsia ha individuato “riscontri microscopici di plurime contusioni cerebrali“.