Ticket sanitario, NON pagarlo mai più: esiste una proceduta legale per rispedirlo al mittente
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Il ticket sanitario è stato spesso oggetto di discussione tra i cittadini, ma sappi che esiste un modo per non pagarlo più e si tratta di una procedura legale.
Impossibile negare che nel corso degli anni il ticket sanitario abbia creato non poche discussioni tra tutti coloro che sono stati costretti a pagarlo per varie motivazioni.
Eppure, ci sono delle procedure legali che possono metterti nelle condizioni di evitare il pagamento del ticket, senza infrangere la legge.
Si tratta di procedure che ancora oggi rappresentano un vero e proprio punto interrogativo per i cittadini che non conoscono come poterle attuare.
Questa procedura, però, può evitarti il pagamento inutile di una tassa che in realtà non devi pagare. Ecco di cosa si tratta nello specifico e come potere intervenire nei tempi previsti dalla legge.
Basta pagare il ticket sanitario: il metodo legale che ti salva dalla tassa.
Quando parliamo del ticket sanitario, infatti, facciamo riferimento al versamento di una tassa che spetta a numerosi italiani e che va direttamente al Sistema Sanitario Nazionale. Viene vista come una partecipazione alla spesa da parte del cittadino. Tieni bene in mente che non tutti i cittadini italiani sono obbligati a pagare questa tassa, perché ci sono alcune casistiche particolari che prevedono esenzioni.
Facciamo riferimento, dunque, ai casi in cui il cittadino non raggiunga il reddito minimo necessario per procedere con il pagamento di questa tassa, oppure nei casi in cui vi sia una malattia o un quadro clinico che consenta l’esenzione. Sulla base di tale motivazione, chi rientra in queste categorie e ha comunque provveduto al pagamento del ticket, potrà impugnare il pagamento e richiedere un rimborso.
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Come ottenere il rimborso del ticket sanitario?
La risposta a questa domanda dipende dal modo in cui è stato pagato il ticket. Se il cittadino ha pagato il ticket senza esserne obbligato, solitamente l’agenzia sanitaria verifica il diritto di esenzione e provvede immediatamente al rimborso, incaricando l’Agenzia delle Entrate. Il tutto non finisce di certo qui, perché ci sono dei casi in cui è possibile impugnare il pagamento.
Infatti, qualora si tratti di un pagamento non dovuto, come stabilito anche dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 21.597 del 2016, citata anche dal sito Money.it, si può impugnare persino gli avvisi bonari che richiedono il pagamento di una tassa. Lo stesso vale anche per il ticket sanitario. In questi casi specifici, però, sappiate che avrete 10 anni di tempo per contestare il pagamento prima che venga prescritta l’azione relativa al ticket. Si fa riferimento anche ai casi in cui siano stati emessi avvisi con informazioni mancanti o incoerenti, che il cittadino può contestare per far valere la propria difesa. Solitamente, però, il rimborso può arrivare anche nell’arco di un anno.
Infine, ma non meno importante, per procedere con l’annullamento del ticket e la restituzione del denaro, sarà necessario far riferimento alla struttura sanitaria presso cui è stato emesso il ticket. Il medico deve aver previsto l’esenzione per il caso specifico e la documentazione fornita dal cittadino in relazione all’esenzione sarà essenziale.