FISCO ultim’ora, l’Agenzia delle Entrate sta rovistando nei tuoi conti: queste le somme che ti scalano senza preavviso

Fisco ti rovista nel conto corrente - Inchiostroverde.it
Fisco ti rovista nel conto corrente – Inchiostroverde.it

Le nuove novità provenienti dal fisco, e quindi dall’Agenzia delle Entrate, non sono delle migliori per gli italiani. Conviene correre ai ripari se vogliamo evitare il peggio, perché, a quanto pare, stanno arrivando davvero nei nostri conti.

Nel corso degli ultimi anni, infatti, sono cominciate le riscossioni dei debiti arretrati da parte degli italiani.

Un esempio pratico per capire quanto stiamo dicendo è rappresentato dalla rottamazione delle cartelle, che è stata concessa ai cittadini a seconda dei debiti maturati, in modo tale da poter provvedere al pagamento in tempi rapidi.

In attesa di scoprire se verrà attuata una nuova rottamazione delle cartelle, sulla quale sta lavorando la Lega insieme al governo capitanato da Giorgia Meloni, l’Agenzia delle Entrate non resta di certo a guardare.

A quanto pare, quindi, ben presto partiranno i lavori per la riscossione dei debiti maturati dai cittadini italiani che rientrano in questi casi specifici.

Allarme fisco: l’Agenzia delle Entrate ti sta rovistando nel conto corrente

Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, nelle ultime settimane si è temuto che il fisco potesse arrivare a “scavare” nelle nostre tasche e prelevare i debiti maturati nel tempo senza preavviso. Il tutto non finisce qui, perché gli italiani sono anche chiamati a prestare molta attenzione in questo periodo, in particolare coloro che hanno richiesto e ottenuto il bonus 110%, i quali sono tenuti a presentare la documentazione per i lavori effettuati, comprese le modifiche catastali.

Il tutto non finisce di certo qui, perché recentemente il sito Brocardi.it ha posto l’attenzione sui debiti maturati sui quali il fisco può far valere la propria richiesta. In particolar modo, in questi casi specifici, potrebbe capitare che non dobbiamo pagare quanto dovuto.

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Attenzione a questa comunicazione: non sei vincolato al pagamento del debito

I cittadini, così come le imprese, sono tenuti a conservare traccia dei pagamenti per almeno 10 anni dall’ultima registrazione, come sancito dall’articolo 2220 del codice civile e ribadito dall’articolo 8 dello Statuto del Contribuente. Trascorso il decimo anno, infatti, l’Agenzia delle Entrate non può più far valere alcuna pretesa su un presunto debito, perché il termine di prescrizione è scaduto.

Il tutto non finisce qui, poiché in alcuni casi il debito può andare in prescrizione dopo 5 o addirittura 7 anni. Ciò che conta, comunque, è che la comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate deve essere inviata entro il 31 dicembre dell’anno che rappresenta il termine per la prescrizione, durante il quale il contribuente dovrà presentare copia del pagamento o procedere con la rateizzazione del debito.

Inoltre, bisogna prestare attenzione ai casi in cui ci troviamo di fronte a una mancata consegna della lettera da parte dell’Agenzia delle Entrate o a un rifiuto. Nel primo caso, la mancata consegna della lettera rappresenta una comunicazione mai arrivata. In tal caso, trascorsi i tempi di prescrizione, il diritto di riscossione del debito non può più essere fatto valere, perché il destinatario non è stato messo a conoscenza della presunta riscossione.

Il tutto non finisce qui, perché, qualora il destinatario rifiutasse la raccomandata, la lettera dell’Agenzia delle Entrate viene comunque considerata come consegnata. In questo caso, i tempi di prescrizione vengono annullati, e il contribuente sarà obbligato a pagare, dovendo poi presentare la documentazione del pagamento.