Alberto Stasi e il caso di Garlasco | Il no definitivo della Corte Europea dei diritti dell’uomo

Omicidio Garlasco
Alberto Stasi – Instagram – InchiostroVerde.it

La Corte Europea dei diritti dell’uomo non accoglie il ricorso di Alberto Stasi. Il suo capitolo giudiziario è alla fine.

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha sentenziato che il ricorso presentato da Stasi in merito al suo processo per l’omicidio Poggi è irricevibile.

L’uomo chiedeva di annullare la condanna definitiva a 16 anni per  aver ucciso la sua  fidanzata a Garlasco il 13 agosto del 2007.

Nel ricorso Stasi e i suoi legali hanno affermato che si sarebbe verificata una violazione dei suoi diritti ad avere un giusto ed equo processo.

Nella richiesta si diceva che nel secondo giudizio di appello non sarebbero stati sentiti un paio testimoni su alcuni argomenti richiesti dalla sua difesa a favore dell’imputato.

La Cedu respinge il ricorso di Stasi

Questa argomentazione era già stata fatta presente nel tentativo di ricorso in Cassazione nel 2018. La Corte aveva rigettato il ricorso straordinario motivando che non c’erano stati errori in diritto.

Dello stesso parere la Cedu che che ha dichiarato irricevibile, in quanto manifestamente infondato, il ricorso, ha considerato “che la decisione della Corte d’assise d’appello di rinvio di non sentire nuovamente B. non abbia compromesso l’equità del procedimento penale a carico del ricorrente, considerata nel suo complesso”.

CEDU
Corte Europea dei diritti dell’ uomo – Wikipedia – InchiostroVerde.it

Stasi deve scontare tutta la pena

Per i giudici della CEDU, la condanna definitiva si basa “su vari elementi di prova” e le dichiarazioni del teste agli inquirenti “lungi dall’essere decisive per determinare la responsabilità penale dell’interessato, sono semplicemente servite a corroborare tutte le prove a carico”. Alberto Stasi, che già da tempo lavora all’esterno del carcere di Bollate, dovrebbe chiudere il suo debito con la giustizia tra circa tre anni e mezzo.

“Spero che questa decisione ponga una volta per tutte la parola fine a questa vicenda giudiziaria”, ha il commentato l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia di Chiara Poggi.  La condanna di Alberto arrivo dopo due assoluzioni in primo e secondo grado. Se ricordate era un’assoluzione non con formula piena che è la forma moderna del vecchio “assolto per mancanza di prove”. Alla fine dell’iter processuale per Alberto era arrivata una condanna a 16 anni.  L’omicidio avvenne il 13 agosto 2007 quando il ragazzo, chiamò il 118 per denunciare la morte della fidanzata, 26 anni, massacrata nella villetta di Garlasco, dove la ragazza viveva con la famiglia. Queste le sue parole allora: “Un’ambulanza in via Giovanni Pascoli a Garlasco”, “credo abbiano ucciso una persona. Ma forse è viva… non lo so”.