Clint Eastwood 94 anni e riesce ancora a stupire con uno dei film più belli dell’anno
Clint Eastwood come regista ha regalato emozioni profonde, capolavori indiscutibili, ma ha scatenato qualche polemica.
Il regista 94enne ha realizzato un thriller giudiziario che contrappone la giustizia all’autoconservazione, con un sguardo molto critico al sistema giudiziario americano.
Nei processi che siete abituati a vedere al cinema, viene presentato il sistema del common low con una Giuria. La Giuria è l’organo che giudica i fatti ed è anche quello che per ultimo prende la decisione sul caso, dal momento che è la Giuria ad emanare il verdetto a favore dell’attore o del convenuto.
Non è un complito semplice, i giurati scelti sono obbligati a decidere a quale prova credere e quale considerare non credibile. Valutare la credibilità dei testimoni, decidere in ultima istanza se ci siano abbastanza prove per emettere un verdetto.
Clint ha deciso di confezionare un film che non è un crime puro; molti si aspettavano azione, indagini e inseguimenti. Giurato numero due è un film sul sistema giudiziario americano che si autocritica.
Un film che fa discutere
Questo film in patria è stato distribuito in circa trenta sale o poco più e se valutate la grandezza degli Usa, potete capire che trenta sale non sono nulla. Clint ha mostrato l’America per quello che è, in una palese critica a un sistema di giustizia che lascia troppo al caso i verdetti.
Nessuna critica ai giurati, ma oggettivamente, persone comuni, facilmente influenzabili, con i loro problemi, sono la miglior scelta possibile per un verdetto in un processo penale? Siete sicuri che la giuria abbia veramente quella capacità oggettiva di valutare i fatti senza lasciarsi andare alle emozioni personali?
Il problema di Giurato numero 2
Clint, come regista è un narratore potente, molto profondo capace di mostrare un’ America diversa, che si cela sempre dietro ad un perbenismo di cartapesta. Il regista non ha mai nascosto di essere repubblicano, conservatore con armi e fucili a disposizione. Tuttavia ha intrapreso battaglie per i diritti civili, il diritto all’aborto e all’eutanasia. Lui non ha mai avuto paura a criticare e colpire l’America. In Gran Torino mostra il razzismo e la profonda ignoranza di quello che dovrebbe essere il paese delle possibilità.
In Changeling, mostra istituzioni corrotte e in American Sniper attacca profondamente il sistema che glorifica i conflitti a scapito dei suoi soldati. Il regista spesso mostra l’assenza dello stato nella vita dei suoi personaggi, attacca il sistema e la superficialità di una nazione piena di contraddizioni.