Il caso del Mostro di Firenze potrebbe essere riaperto | Nuove piste e nuovi elementi al vaglio delle autorità
Il caso del Mostro di Firenze potrebbe essere riaperto. Qualcosa di nuovo viene vagliato dagli inquirenti.
Una nuova richiesta di riapertura delle indagini sul mostro che ha terrorizzato l’Italia per anni è stata presentata. Il tutto su incarico di un parente delle vittime, dall’avvocato Alessio Tranfa e dal consulente Paolo Cochi.
Nella richiesta sono state presentate vecchie e nuove testimonianze che potrebbero essere utili a dipanare i dubbi sul dedalo di azioni compiute dal mostro.
Il nuovo sospettato potrebbe essere quell’uomo “alto, robusto e dai capelli rossicci” di cui si vociferava già nel 1994. Questa descrizione è citata agli atti riguardo ad un uomo indicato da Susanna Cambi, uccisa insieme al fidanzato Stefano Baldi, nei campi delle Bartoline.
La donna, secondo quanto riferito, aveva detto questo fatto un’amica raccontando di essere pedinata da un individuo con quelle fattezze alla guida di una “Alfa Romeo rossa”.
Il misterioso uomo dai capelli rossicci
Testimoni dell’epoca parlarono di un uomo sui 50 anni, di corporatura robusta e di un’altezza stimata sul metro e 80. All’epoca, un testimone raccontò di aver visto tale individuo intorno alle 17:30 nella stessa piazzola dove poi vennero uccisi i francesi Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot.
Un ‘avvistamento’ confermato anche da un altro testimone che passando in macchina dalla zona vide, poco più tardi tra le 18,30 e le 19, “una persona sui cinquant’anni, alta circa 1 metro e 80” dalla corporatura “robusta” che si dirigeva verso “un’auto di media cilindrata” e che lui pensò essere un ‘guardone’.
Il mistero del sospettato mai indagato
Incaricato da un parente di una delle vittime il penalista Alessio Tranfa e il consulente Paolo Cochi, hanno depositato una memoria contenente richieste, volte a verificare la pista di un ex sospettato. Uomo noto alle cronache come l'”Uomo del Mugello”, mai preso in considerazione all’epoca della Squadra Anti Mostro. Tra gli atti di cui parla il legale ci sono l’acquisizione delle impronte del sospetto e di possibili tracce di Dna su una macchina da scrivere. Infatti, l’avvocato ha acquistato la macchina dal figlio del sospettato. Sono state acquisite come prove anche alcune fotografie degli anni ’80 del soggetto come integrazione.
Quello che resta da scoprire è se l’uomo del Mugello aveva uno schema di azione. Lo si capirà tramite un confronto incrociato con le prove dell’epoca. Sarà, pertanto, necessario risalire a possibili pedinamenti e appostamenti ripetuti nei confronti delle altre coppie uccide dal Mostro.