Tasse 2025, nessuno ci aveva parlato della vera FREGATURA | Tanti Bonus e poi ci levano pure il caffè al bar

Tasse da pagare per la casa - Inchiostroverde.it
Tasse da pagare per la casa – Inchiostroverde.it

Il 2025 si presenta agli italiani come un anno rivoluzionario sotto l’aspetto economico, ricco di incentivi ma anche di insidie nascoste…

Come abbiamo spiegato in precedenza, il governo ha pianificato per il 2025 una serie di bonus destinati ai cittadini in difficoltà economica. Si è discusso ampiamente di incentivi volti a migliorare le condizioni di vita, permettendo ai cittadini di affrontare spese urgenti per beni di prima necessità e non solo.

Inoltre, lo Stato ha considerato anche chi intende investire in immobili e il loro mantenimento. Non a caso, sono stati apportati cambiamenti al bonus casa, per i quali potete richiedere informazioni al vostro patronato o commercialista.

Tuttavia, accanto a queste opportunità, vi sono spese inevitabili che gli italiani dovranno affrontare.

2025 da incubo: i bonus potrebbero non bastare

Come precedentemente spiegato, lo Stato ha cercato di supportare gli italiani permettendo loro di gestire le spese quotidiane e l’acquisto di beni essenziali. La conferma di ciò si vede anche nelle spese sostenute dai proprietari di immobili e da chi è in affitto.

Oggi ci concentreremo sulle spese che devono affrontare coloro che hanno investito nell’acquisto di una casa. Essere proprietari implica sostenere spese e tasse che potrebbero aumentare nel 2025. Cominciamo con l’imposta di registro, che varia a seconda che l’acquisto sia stato effettuato da un privato o da un’impresa. Se l’abitazione è stata acquistata da un’impresa, l’IVA applicata è del 4% per la prima casa e del 10% per la seconda, mentre sale al 22% per le abitazioni di lusso. Se acquistata da un privato, la tassazione è del 2% per la prima casa e del 9% per le seconde case in poi.

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Preparati a spendere molto per la tua abitazione

Nella lista delle spese future per i proprietari di case troviamo l’IMU, che si applica principalmente sulla seconda casa e su quelle di lusso, con importi che variano a seconda del comune di residenza e delle caratteristiche dell’immobile. Questa tassa è calcolata sul valore catastale e può variare a seconda delle politiche fiscali locali, quindi nel 2025 potrebbe esserci un aumento significativo.

Inoltre, c’è la TARI, che copre il servizio di raccolta dei rifiuti e che è dovuta anche se la casa non è abitata, anche se le norme variano da comune a comune.

Non trascurare l’IRPEF, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, che incide sui proprietari di più immobili. Per la prima casa abitata, si considera il 50% della rendita catastale, mentre per la seconda casa e ulteriori si calcola il reddito imponibile completo. L’IRPEF incide sia se l’immobile produce reddito, come nel caso di affitti, sia se resta vuoto. Per i redditi da locazione, esistono diversi regimi fiscali, inclusa la cedolare secca con una tassazione ridotta del 10% al 20%, a seconda della situazione dell’immobile. Per gli affitti brevi, la tassazione è già aumentata al 26% nel 2024, e il 2025 rimane un’incognita a cui prepararsi.