Taranto resta zona di sacrificio: lo conferma l’aggiornamento dello studio Sentieri
È stato presentato oggi presso la sede dell’Istituto Superiore di Sanità il sesto aggiornamento dello studio SENTIERI. Si tratta di un progetto nato nel 2007 in collaborazione tra l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Sanità che intende dare una fotografia aggiornata degli indici epidemiologici della popolazione dei 46 siti italiani più inquinati che dovrebbero essere bonificati.
Lo studio non mette direttamente in relazione i livelli di inquinamento con gli indici di mortalità e di ospedalizzazione per patologia, ma fornisce comunque una mappa completa e indicativa sull’andamento negli anni della situazione sanitaria nei siti oggetto di analisi.
Da quanto leggiamo nelle tabelle dei dati appena pubblicati sul sito di Epidemiologia e Prevenzione, nel periodo 2013-2017 la situazione sanitaria a Taranto resta preoccupante. Infatti, in questo sesto aggiornamento, non si osservano miglioramenti rispetto al precedente rapporto.
La popolazione di Taranto e Statte (214.400 abitanti) risulta a tutti gli effetti andare incontro a maggiore incidenza di mortalità e patologie (soprattutto tumorali e cardio-respiratorie), ben oltre le evidenze che l’intera regione Puglia mostra.
Si osserva in particolare una maggiore mortalità generale sia maschile che femminile con un rapporto standardizzato di mortalità di 110 per i maschi e 107 per le femmine (SMR superiore a 100 indica una incidenza di mortalità oltre le attese). Più elevata rispetto all’attesa anche la mortalità per malattie del sistema circolatorio (SMR 114 per i maschi 104 per le femmine), per malattie dell’apparato respiratorio (SMR 113 nei maschi e 108 nelle femmine) e le malattie dell’apparato digerente.
Per quanto riguarda i tumori maligni mortali nel periodo 2013-2017 sono stati 1700 casi per i maschi e 1205 per le femmine in particolare i più frequenti sono stati i tumori della trachea e dei bronchi e del polmone con un SMR di 118 per i maschi e 125 per le femmine. Purtroppo ben oltre la normale aspettativa i casi di mortalità per mesotelioma maligno della pleura: 40 casi nei maschi e 10 nelle femmine nel periodo 2013 2017 con SMR rispettivamente di 366 e 359.
Sopra le aspettative anche il numero di ricoveri per tutte le cause, in particolare per le malattie del sistema circolatorio, respiratorio, digerente e anche urinario. I ricoveri per tumori maligni sono stati nel periodo di osservazione (2014-2018) 3919 negli uomini e 3526 nelle donne con un SHR (indice standardizzato ospedalizzazioni) ben superiore a 100.
Per quanto riguarda i bambini la mortalità generale è sostanzialmente in linea rispetto all’atteso. E’ invece superiore rispetto all’attesa nel periodo 2013-2017 il numero di decessi per leucemia nella fascia 0-14 anni, in particolare riferito al genere femminile con quattro casi osservati.
Per quanto riguarda invece le cause di ricovero in età pediatrica, nel periodo 2013-2018 si osserva un eccesso di ricoveri per tumori maligni nella fascia 0-14. In particolare, nei bambini, più alti rispetto all’attesa sono i tumori dell’encefalo (13 casi con SHR 147 anche se non statisticamente significativo), del tessuto linfoematopoietico (24 casi con SHR 156), i linfomi (5 casi con SHR 101), i linfomi non Hodgkin (5 casi), le leucemie (20 casi con SHR 186), le leucemie linfoidi (15 casi con SHR 157), le leucemie mieloidi (6 casi con SHR 447).
Infine, nel periodo 2015-2018 si è osservato un eccesso di nati con anomalie congenite (159 su 5959 nati) con un rapporto di casi Osservati/ casi Attesi di 116. Nulla di nuovo quindi dall’odierno aggiornamento dello Studio SENTIERI? Potremmo dire di no, anzi addirittura sotto certi punti di vista i dati sanitari a Taranto peggiorano e questo è grave considerando che nel periodo di analisi si cominciavano a mettere in atto quelle che erano state presentate come misure di contenimento delle emissioni inquinanti.
Ma si sa, i danni da inquinamento permangono per anni o addirittura decenni e forse colpiscono anche parte del nostro patrimonio genetico, trasmettendosi di generazione in generazione. Di positivo c’è che l’ISS e il Ministero della Sanità hanno cominciato ad investire parecchio nella organizzazione di una rete di monitoraggio epidemiologico. Resta però il dubbio che i vari enti istituzionali non comunichino tra loro.
A cosa serve un monitoraggio epidemiologico se poi arriva dal governo un decreto per l’immunità penale per ex Ilva? A cosa serve tutto ciò se poi le bonifiche procedono a rilento o addirittura sono ferme? Taranto resta zona di sacrificio, così come recentemente affermato in un rapporto ONU e tutto lascia prevedere che lo resterà ancora a lungo. Possiamo solo sperare che prima o poi Taranto si ribellerà a quella che è a tutti gli effetti una ingiustizia sanitaria ed ambientale.