Nonostante le incertezze del periodo, decine di aziende pugliesi hanno deciso di prendere parte al Fruit logistica di Berlino, fiera che si conclude oggi.
Per Confagricoltura Puglia più del dato numerico è da registrare la volontà di partecipazione da parte degli imprenditori pugliesi e di discutere con i loro colleghi internazionali i cambiamenti geopolitici in corso dettati dalla guerra in Ucraina.
“Gli espositori sono meno di quelli presenti nel 2020, l’ultima edizione prima delle restrizioni date dall’emergenza covid in quasi tutto il mondo – evidenziano Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia e Massimiliano Del Core, presidente della Federazione Ortofrutta di Confagricoltura – Questa edizione è caduta dunque in un periodo delicato, a cavallo tra il conflitto in Ucraina e quello che si spera sia la coda della pandemia”.
Nonostante questo, Fruit logistica è stata anche quest’anno una meta imprescindibile per l’industria globale del commercio di prodotti ortofrutticoli.
“Abbiamo incontrato tanti operatori pugliesi che hanno la volontà di discutere con fornitori, clienti e grande distribuzione di nuove dinamiche per superare i costi di produzione dei prodotti ortofrutticoli. Altri, loro malgrado, a causa delle necessarie procedure di sicurezza, relative all’emergenza sanitaria causata dalla pandemia, hanno dovuto annullare la propria partecipazione. Un’edizione dunque con grandi aspettative di rilancio e ripresa ma che, sicuramente, non nasconde la preoccupazione degli operatori data dall’incertezza del momento”.
Quest’anno hanno partecipato circa 2.000 espositori provenienti da 87 Paesi, di questi 332 erano italiani (520 nel 2020).
Sul fronte delle esportazioni, l’Italia è il sesto Paese al mondo con un valore di 9,5 miliardi di euro tra ortofrutta fresca e trasformata e un significativo +5,3% nel 2021 che conferma il comparto al primo posto tra le voci dell’export nazionale.
In Puglia, come nel resto del Paese, nel quarto trimestre 2021 la filiera ortofrutticola ha registrato aumenti di prezzo. Le ragioni di questa tendenza sono riconducibili agli aumenti dei costi di energia, fertilizzanti e concimi e all’andamento climatico stagionale che ha ridotto le rese di produzione sia degli ortaggi in pieno campo sia degli ortaggi in serre.
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