Un sistema innovativo per dare una seconda vita a vecchi televisori, cellulari e computer. Apparecchi elettronici di questo tipo saranno frantumati in pezzetti di pochi millimetri per ricavare metalli da riutilizzare, come rame e alluminio. E anche le sostanze presenti al loro interno verranno recuperate e riciclate. Una procedura altamente tecnologica, che utilizza innovative strutture in materia, e che diventa realtà a Taranto.
Grazie ad un progetto di Kyma Ambiente e Politecnico di Bari, arrivano risorse dal Ministero della Transizione Ecologica. La società partecipata del Comune di Taranto e l’istituzione accademica si sono aggiudicate un importante finanziamento dopo aver vinto il bando su innovativi progetti di ricerca «finalizzati allo sviluppo di nuove tecnologie per il recupero, riciclaggio e trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche» (i cosiddetti RAEE).
Radio, telefonini, ma anche computer, vecchie lavatrici o frigoriferi consegnati agli impianti di Kyma Ambiente verranno trattati da esperti e ricercatori del Politecnico per recuperare materiali utili come rame e alluminio e destinarli al riciclo. I rifiuti verranno letteralmente triturati, in condizioni di massima sicurezza, e ridotti in frammenti che saranno poi divisi, con un’apparecchiatura altamente tecnologica, a seconda del tipo di materiale. Questo processo è al centro del progetto «Tecnologie combinate per la chiusura del ciclo dei RAEE», un lavoro di ricerca che durerà 24 mesi.
Il rettore del Politecnico di Bari, prof. Francesco Cupertino, e il presidente di Kyma Ambiente, avv. Giampiero Mancarelli, alla presenza del notaio Giovanni Enriquez, hanno firmato l’atto per la costituzione di un’associazione temporanea di scopo, propedeutica alla realizzazione del progetto. «Un connubio importante per l’innovazione e l’apprendimento – commenta Giampiero Mancarelli – per due anni Kyma Ambiente sarà protagonista di un progetto importante che punta a migliorare la possibilità di riciclo e riuso della materia dei grandi elettrodomestici e delle apparecchiature elettroniche che verranno raccolti e smaltiti dalla nostra azienda attraverso i suoi impianti, con un abbattimento dei costi per la ricerca supportata dal Politecnico. Taranto diventa quindi sempre più un punto di riferimento per la Green Economy e ne siamo orgogliosi». Ampia soddisfazione dal fronte accademico: «È un momento grazie al quale inizieranno le attività di ricerca e sviluppo – commenta il rettore Cupertino – questa collaborazione rappresenta un segno di attenzione verso la città su una tematica di particolare rilievo che riguarda lo smaltimento e il riciclo dei rifiuti. Mi auguro che i risultati di questa attività potranno essere allargati ed estesi a tutto il territorio nazionale». Il commento del prof. Michele Notarnicola, docente di gestione dei rifiuti solidi e bonifica dei siti contaminati: «Con questo intervento concretizziamo una filiera tecnologica innovativa che soddisfa sia le esigenze ambientali, sia i fondamenti dell’economia circolare. Questi apparecchi hanno al loro interno sostanze pericolose che non devono essere disperse, anzi, oltre ai metalli possiamo recuperarle e produrre nuova energia».
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