In merito allo spargimento delle polveri dell’ex Ilva verificatosi ieri pomeriggio, interviene l’avvocato Annalisa Adamo, assessore all’Ambiente del Comune di Taranto. Di seguito la nota stampa.
Le condizioni atmosferiche avverse di sabato 4 luglio hanno messo in evidenza, in maniera clamorosa e inconfutabile, le mancanze del sistema di tenuta dei materiali del ciclo produttivo industriale.
Ciò che affermava il sindaco Melucci, già da diverso tempo, in merito all’insufficienza delle coperture dei parchi minerali e che l’Ad di Arcelor Mittal ha liquidato a “Porta a Porta” con semplicistico slogan «L’Ilva è viva», ha avuto il riscontro nella giornata di sabato.
È inaccettabile che ancora si ritenga compatibile con la città un tale sito industriale. Se è stato possibile per la Nazione chiudere il 9 aprile scorso l’area a caldo della Ferriera di Servola Trieste, ricollocando i dipendenti, mi chiedo perché ancora a Taranto si continuino a somministrare soluzioni inefficaci che prolungano l’agonia di un intero territorio e dei suoi abitanti.
Inoltre, l’aver escluso gli enti territoriali ed esponenziali dai tavoli delle decisioni ha determinato un pericoloso abbassamento del livello di fiducia nei confronti del Governo. L’iniziativa di non rendere compresenti la pluralità dei livelli in cui sono organizzate le modalità di governance della risorsa in comune mi trova molto perplessa soprattutto in ragione dello sviluppo effettivo dei processi di realizzazione delle misure e di un rafforzamento istituzionale e internazionale del Paese.
Per ciò che mi compete, non solo come assessore, ma anche come cittadina, sento di garantire il mio massimo impegno per la tutela delle Persone e del Territorio, che sono – queste sì – le uniche entità vive, e tali devono rimanere.