«La situazione nel Paese resta drammatica, permane ancora grande confusione rispetto alle misure da adottare per contenere la diffusione del contagio, ma proseguiamo con un approccio restrittivo che, al netto delle successive evidenze scientifiche, attualmente appare come il più efficace».
Con questo commento, il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci ha firmato un’altra ordinanza che interviene su diverse attività che presentavano profili di rischio. La prima misura, adottata a seguito di un confronto con Ordine dei Farmacisti e Federfarma, riguarda la chiusura di farmacie e parafarmacie dalle 18:30 alle 8:30, con eccezione delle farmacie di turno con apertura notturna, domenicale e festiva. Tale disposizione sarà efficace da lunedì 23 marzo, fino al 3 aprile.
Ha effetto immediato, invece, il divieto di effettuare attività motoria all’esterno delle proprie abitazioni. L’uso della bicicletta e lo spostamento a piedi saranno consentiti solo per le motivazioni previste dai decreti governativi, ossia lavoro, ragioni di salute o altre necessità di sussistenza. Restano consentite le uscite per permettere agli animali da compagnia di espletare le proprie funzioni fisiologiche, ma solo nella prossimità delle rispettive abitazioni.
Sospese con effetto immediato anche tutte le tipologie di gioco (per esempio slot machines, video lottery, scommesse, 10eLotto) che comportino stazionamento o permanenza degli avventori nelle tabaccherie o altri locali autorizzati.
Una precisazione rispetto alle precedenti ordinanze riguarda l’apertura di edicole e rivendita di giornali e riviste nelle giornate domenicali e festive: è consentita dalle 7:30 alle 13:30.
Questa ordinanza integra le precedenti, tra le quali ricordiamo le misure più importanti per la comunità: chiusura di supermercati e rivendite di generi alimentari dalle 18:30 alle 7:30 e per tutta la giornata nei festivi, chiusura totale dei distributori automatici cosiddetti “H24” e chiusura dei parchi.
«Comprendiamo che il sacrificio richiesto è grande – ha aggiunto il primo cittadino –, ma in questo momento preservare la salute pubblica è un obbligo al quale siamo chiamati tutti e che pone in secondo piano le ricadute di natura economica delle quali ci occuperemo successivamente, con altri provvedimenti».
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