TARANTO – Le recenti vicende legate allo stabilimento ex Ilva di Taranto e al suo futuro rivestono una importanza particolare non solo per la provincia di Taranto e per la intera Puglia e non solo per il comparto industriale.
Per questo ieri la CIA – Due Mari (Taranto-Brindisi) ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, che da giorni è impegnato in prima persona per cercare di trovare una soluzione alla vicenda che sta riguarda l’ex stabilimento Ilva e il suo futuro e il futuro dei suoi lavoratori.
“Illustrissimo Signor Presidente – si legge nella nota a firma di Piero De Padova e Vito Rubino, presidente e direttore della provincia CIA Due Mari -. riteniamo che il futuro dello stabilimento ex Ilva di Taranto, il futuro delle migliaia di lavoratori, il futuro ambientale e sociale della nostra provincia e della intera Puglia, non possano non interessare anche il comparto primario che a Taranto registra numeri importanti: vi operano circa 11.000 aziende agricole iscritte alla Camera di Commercio per un valore aggiunto di circa 600 milioni Euro con un impiego di circa 30.000 lavoratori e 4 milioni di giornate lavorative. Un comparto, quello agricolo, che negli anni passati, assorbendo personale fuoriuscito dall’Ilva, ha svolto un importante ruolo di ammortizzatore sociale.
Le recenti vicende legate allo stabilimento ex Ilva di Taranto e al suo futuro rivestono una importanza particolare e avranno notevoli ripercussioni di natura economica e sociale per l’intero territorio. E per l’intero Paese.
Abbiamo veramente apprezzato il suo “piglio” e il suo modo di approcciarsi al problema.
Abbiamo apprezzato la sua scelta di incontrare direttamente i lavoratori.
Abbiamo apprezzato anche la Sua onestà intellettuale quando ha ammesso di non avere “la soluzione in tasca”.
Abbiamo apprezzato il Suo modo di voler condividere con tutti gli “attori” interessati a questa triste vicenda, il percorso e i processi che si intendono mettere in atto.
Non condividiamo assolutamente le scelte di AcelorMittal, e ne condanniamo il non rispetto del contratto.
Per noi – proseguono De Padova e Rubino – il futuro dell’ex Ilva di Taranto non può non prescindere dalla riconversione e dalla bonifica dello stesso, dal garantire la salute e la sicurezza sia dei lavoratori che delle migliaia di cittadini tarantini, dal garantire i livelli occupazionali, dal garantire sicurezza ambientale e sociale.
Le problematiche ambientali direttamente collegate allo stabilimento ex Ilva, infatti, incombono pesantemente anche sul paesaggio agrario e rurale e sulle centinaia e centinaia di aziende agricole e zootecniche che operano nella zona. L’agricoltura tarantina potrebbe dare un contributo concreto attuando il rimboschimento delle terre incolte nelle aree adiacenti allo stabilimento, e contemporaneamente creando una economia circolare per la produzione di energia sostenibile. Ciò permetterà di realizzare un polmone verde che potrebbe generare lavoro e sostenibilità ambientale.
Confidiamo in Lei affinché da quello che il Governo metterà in campo possa ripartire il rilancio di una intera comunità. Una comunità che pretende che il problema venga affrontato seriamente senza rimandi al futuro.
La incitiamo, dunque, ad andare avanti – si legge in conclusione alla lettera -, senza piegare la testa alle multinazionali, condividendo processi e percorsi e ridando fiducia ai cittadini, ai lavoratori dell’ex Ilva, a tutte e le imprese del territorio. Buon lavoro!”.
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