Il vero sesso forte è donna. Se avessimo mai avuto dubbi, ce lo conferma uno studio pubblicato sulla rivista internazionale Cell Death and Disease da parte di alcuni ricercatori italiani del Centro di Medicina di Genere dell’ISS in collaborazione con colleghi dell’Università di Bologna e del CNR di Roma.
Lo studio ha evidenziato come l’essere uomo o donna condizioni l’insorgenza e il decorso di alcune malattie e anche la risposta alle cure.
Infatti, i ricercatori, coordinati da Paola Matarrese dell’ISS, sono riusciti a identificare alcuni componenti molecolari alla base della diversa risposta della cellula maschile (XY) e femminile (XX) agli stress.
Questi possono infatti ottenere come risposta un suicidio cellulare (apoptosi) oppure una reazione cellulare protettiva (autofagia).
Questa seconda possibilità è più frequente nelle cellule femminili (XX) che reagiscono allo stress, a differenza delle cellule maschili (XY) che si suicidano.
A regolare le diverse risposte nell’uomo e nella donna, secondo Anna Ruggeri dell’ISS, potrebbe essere coinvolto un micro RNA (miR548am-5p).
I micro RNA sono piccolissime sequenze di materiale genetico capaci di regolare l’espressione dei geni, riuscendo così a modificare attività delle cellule in risposta agli stimoli esterni.
I micro RNA sono generalmente presenti nel cromosoma X. Per mantenere in equilibrio il numero di geni e proteine di uomini e donne, uno dei due cromosomi X presenti nel nucleo delle cellule femminili rimane inattivo, tranne che in piccolissime porzioni che contengono proprio i micro RNA che in queste cellule sono perciò in quantità maggiori che in quelle maschili.
La ricerca dimostra come la biologia dei due sessi sia fondamentalmente diversa e con questa consapevolezza va affrontato anche l’approccio alle diverse patologie.
Nelle donne maggiore è l’incidenza delle patologie autoimmuni (80%). Il Parkinson colpisce maggiormente gli uomini, mentre l’Alzheimer soprattutto le donne.
Maggiormente soggette a fratture di femore sono le donne, così come pure a sindromi depressive. Maggiormente a rischio di cancro e malattie cardiovascolari gli uomini.
Le donne hanno in genere la tendenza a manifestare in ritardo i sintomi di infarto e carcinomi del colon. Penalizzate inoltre le donne nei trials clinici che tendono ad includere maggiormente uomini.
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