Ecosistema Taranto, come concepito dalla mia Amministrazione, non è solo un pacchetto di azioni e strumenti di programmazione, ma un quadro cognitivo che sfida il dibattito pubblico e istituzionale asfissiante in cui si è impantanata la città ionica da alcuni anni.”
Ecosistema Taranto indica, infatti, l’innovazione quale via principale per risolvere le problematiche ambientali – intese come pluralità di conflitti – spostando l’economia verso il capitale di conoscenza e di beni e servizi basati sulla smaterializzazione dei processi e sulle fonti di energia pulita, per riscrivere i cicli di produzione, distribuzione e consumo delle risorse.
Il fine è ricreare filiere di valore endogene, scommettendo sulla ricostruzione del rapporto con il territorio, trattando il tema delle ripetute astrazioni economiche, dall’arsenale al siderurgico, come interruzione di un ecosistema storicamente determinato, alzando sguardo e prospettiva, inquadrando il problema storicamente e geograficamente nella sua dimensione multiscalare. In una tale prospettiva, anche i quartieri assumono un’altra dimensione, nel disegno di una struttura policentrica.
Il cuore della transizione, da città dell’acciaio a ecosistema endogeno e autosostenibile, è dato dal superamento di un sistema urbano “per parti a sé stanti” verso un sistema di accessibilità e connessione, fatto di reti ambientali e strategiche, tagliato sulla reale domanda della città, così come emersa dal sistema delle conoscenze e dal processo partecipativo.
Un processo che altre importanti metropoli del pianeta hanno deciso di sperimentare.
Come preannunciato di recente, il primo cittadino, nella consapevolezza del ruolo giocato dal delicato sistema locale tarantino nell’ambito dei processi di globalizzazione, ha scelto l’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile al fine di orientare la ricostruzione e dialogare con le esperienze di cambiamento in atto, per evitare ogni isolamento e la mancanza di interazione con i più moderni scenari, difetti che hanno caratterizzato molte delle proposte per Taranto sin ora messe in campo a tutti i livelli.
Ecco perché Ecosistema Taranto mira a sintetizzare e rendere omogenei a questa prospettiva di transizione, per esempio, il Piano Strategico regionale e gli indirizzi attuali del CIS, diversamente destinati a rimanere esercizi puramente teorici.
Da qui nasce anche la scelta di avere l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che riunisce più di 230 soggetti della società civile italiana, come primo partner e parte attiva nella costruzione di un sistema di monitoraggio e valutazione della performance della Strategia che rafforzi la partecipazione democratica alla vita collettiva e il dialogo con le rappresentanze dei diversi interessi, per concorrere a nuove forme di governance, di apprendimento e di competitività dei soggetti chiamati ad interagire con la Pubblica Amministrazione.
“Questa partnership rappresenta un’ottima opportunità per mettere a servizio di Taranto le riflessioni e le esperienze maturate, a livello internazionale e nazionale, dall’Alleanza e dai suoi esperti sul tema dello sviluppo sostenibile – afferma Enrico Giovannini, Portavoce dell’ASviS -. Certo, la sfida è enorme, ma l’esperienza di questa città, simbolo di scelte passate insostenibili da tutti i punti di vista, può rappresentare un modello da seguire anche per altri luoghi, secondo i principi dell’Agenda Urbana per lo sviluppo sostenibile recentemente aggiornata a cura dell’ASviS e di Urban@it”.
Dei quattro pilastri che compongono Ecosistema Taranto, ecologico, economico, sociale e istituzionale, quest’ultimo risulta sempre trascurato nei processi di trasformazione urbana e territoriale.
L’Amministrazione Melucci, perciò, ha puntato l’obiettivo sin dal proprio insediamento su di una riorganizzazione complessiva dell’Ente, di cui è parte integrante l’uscita dal lungo dissesto finanziario e il nuovo piano di assunzioni, che permettesse finalmente alla città di Taranto di affrontare il cambiamento necessario, e lo ha fatto operando nel quotidiano alla normalizzazione di elementi fondamentali quali servizi, sicurezza e decoro urbano, e dotandosi, allo stesso tempo degli indispensabili strumenti di pianificazione, molti dei quali ormai operativi.
Il Sindaco Melucci ha lavorato in questi due anni proprio con l’intento di ridefinire nuove prospettive e nuove modalità per l’operare della Pubblica Amministrazione, perché trasformazioni radicali come quelle che stanno per affrontare la città di Taranto e il suo territorio, richiedono di ridisegnare dalle fondamenta il ruolo e i compiti dell’ente locale.
Dunque, innovazione istituzionale e sociale sono chiamate a guidare la transizione ecologica ed economica. Coraggiosamente, l’Amministrazione ha deciso di scardinare e ricostruire gli anelli di interazione delle reti socio-economiche e istituzionali, a partire dalle politiche abitative per ricreare intorno ad esse i meccanismi di resilienza dell’Ecosistema Taranto. Per cui saranno proprio le trasformazioni urbane il cuore della progettazione delle azioni di sviluppo, per pensare e progettare le infrastrutture materiali e immateriali in base e nella misura e nelle modalità richieste dagli obiettivi dell’Agenda 2030.
Ecosistema Taranto fornirà la traccia per l’adesione al “Covenant of Mayors for Climate and Energy” e la base progettuale per la prossima candidatura di Taranto a “European Green Capital”. Nelle prossime settimane il piano verrà illustrato in dettaglio al Consiglio comunale, alle altre Istituzioni, ai cittadini e al mondo accademico. (Nota stampa del Comune)