Ex Ilva, i dati sanitari dovrebbero spingere a soluzioni radicali

“I risultati evidenziati indicano la necessità di una sorveglianza epidemiologica della popolazione residente, garantendo contestualmente l’attuazione di tutte le misure preventive atte a tutelare la salute della
popolazione residente in questo territorio, compresa l’adozione delle migliori tecniche disponibili per il contenimento delle emissioni industriali.”

Queste le conclusioni dell’ultimo aggiorniamento del rapporto SENTIERI, nella parte riferita al SIN di Taranto, interamente pubblicato in data odierna presso ISS e di cui nel mese scorso avevamo avuto parziali anticipazioni.

Rispetto all’incidenza regionale, la popolazione di Taranto e Statte mostra eccessi di casi di tumori e in particolare di trachea, bronchi e polmoni sia negli uomini che nelle donne.

Particolarmente allarmante l’incidenza di un tumore generalmente raro, il mesotelioma della pleura che da noi è circa tre volte più frequente che in tutta la Puglia. Dal 2006 al 2013, ben 80 individui nel SIN di Taranto hanno perso la vita a causa di questo tumore.

L’aggiornamento dello Studio SENTIERI conferma inoltre l’eccesso di mortalità rispetto alle aspettative per tutte le malattie cardio-respiratorie.

In eccesso anche i ricoveri ospedalieri, soprattutto per quelle patologie riconducibili alle emissioni industriali. Nelle conclusioni dello Studio si legge infatti:”Nella popolazione residente (uomini e donne) risulta aumentato anche il rischio di decesso per le patologie considerate a priori come associate all’esposizione industriale specifica del sito in particolare per il tumore del polmone, mesotelioma e per le malattie dell’apparato respiratorio, in particolare per le malattie respiratorie acute tra gli uomini e quelle croniche tra le donne.

Relativamente al tumore del polmone e di mesotelioma anche lo studio dell’incidenza conferma l’eccesso osservato nello studio della mortalità ed evidenzia, inoltre, aumenti di incidenza per numerose sedi tumorali (uomini e donne).”

Nella pubblicazione si fa inoltre riferimento allo studio di coorte pubblicato nell’agosto 2016 e in cui si analizzava morbosità e morbilità residenti nei comuni di Taranto, Statte e Massafra nel periodo 1998-2010.

Lo studio ha utilizzato gli archivi anagrafici comunali per l’arruolamento delle coorti dei residenti, il Registro Regionale delle Cause di Morte, le schede di dimissione ospedaliera (SDO) e il Registro Tumori di popolazione.

Per ogni soggetto di coorte si è risaliti all’effettiva esposizione individuale con PM10 e SO2 di origine industriale incrociando i dati di residenza con quelli del Registro Emissioni e di produttività ILVA a partire dal 1965 e arrivando fino al 2014.

Ebbene, se qualcuno avesse ancora dubbi su come la produttività e le emissioni influiscano sulla salute dei residenti, ecco quanto riportato nelle conclusioni del suddetto studio di coorte: “L’esposizione a PM10 e SO2 di origine industriale è risultata associata a un aumento della mortalità per cause naturali, tumori, malattie cardiovascolari e renali dei residenti.

Si è osservata una associazione con il ricorso alle cure ospedaliere per molte delle patologie analizzate. In particolare, per incrementi di 10 μg/m3 delle concentrazioni di PM10 e SO2 sono stati osservati eccessi per malattie neurologiche, cardiache, infezioni respiratorie, malattie dell’apparato digerente e malattie renali”.

Inoltre, “le gravidanze con esito abortivo sono risultate associate all’esposizione a SO2 delle donne residenti. Tra i bambini di età 0-14 si sono osservati eccessi importanti per le patologie respiratorie.

L’incidenza tumorale è risultata associata nel periodo 2006-2011 all’esposizione agli inquinanti studiati, in particolare il tumore polmonare.”

L’aggiornamento dello Studio SENTIERI dedica parte della discussione anche alle criticità che ormai da anni, nelle diverse indagini pubblicate, riguardano la mortalità nei bambini.

Già nelle analisi che riguardavano il periodo 1995-2002 del primo Studio SENTIERI si evidenziava un eccesso di mortalità nel primo anno di vita.

Tale dato veniva confermato allargando l’osservazione fino al 2009: +21% di mortalita nel primo anno di vita.

Altri studi osservazionali promossi dall’ISS hanno sempre confermato eccessi di ricoveri e di mortalità nei bambini di Taranto rispetto alla regione Puglia.

A conferma della gravità del dato riguardante i bambini, si legge nella parte riguardante Taranto delle conclusioni dell’aggiornamento SENTIERI: “Le criticità sopra evidenziate, soprattutto a carico del rischio oncologico, per il profilo di salute in età infantile-giovanile indicano l’opportunità di effettuare sia la necessità di approfondire la ricerca epidemiologica di tipo eziologico sia di implementare attività di sorveglianza epidemiologica in questo sito.”

Queste le conclusioni dello Studio. Noi ci permettiamo semplicemente di scrivere che sono ormai tanti anni che gli aggiornamenti dei dati sanitari indicano una grave situazione di rischio per la salute dei residenti più prossimi alle fonti inquinanti di Taranto.

Una tale situazione meriterebbe probabilmente radicali soluzioni quali la immediata chiusura delle fonti inquinanti che, a norma o no con i limiti di emissione, non possono far altro che aggravare il rischio per la salute di una popolazione già compromessa da anni di inquinamento.

Quanti altri studi e aggiornamenti epidemiologici dovremo attendere perché la politica decida per il bene della popolazione? Tabelle e statistiche comprendono le vite reali delle persone e forse gli studi dovrebbero raccogliere i volti di chi soffre più che i numeri per far comprendere a tutti il disagio di una popolazione.

Giuseppe Aralla

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