Ex Ilva, Regione affida a OMS la valutazione dell’impatto sanitario
“La decisione della Regione Puglia di affidare all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la Valutazione dell’Impatto Sanitario (VIS) dello stabilimento siderurgico di Taranto appare completamente slegata dal vigente quadro normativo, oltre che irrazionale ed inopportuna viste la competenza rappresentata da enti come ARPA e ASL, che da anni svolgono indagini e studi per monitorare e valutare il quadro ambientale e sanitario dell’area di Taranto, e le azioni coordinate che il Governo nazionale sta portando avanti nel capoluogo ionico.” Lo dichiara il consigliere del M5S Marco Galante, che presenterà una interrogazione urgente alla luce della DGR n. 892 del 15/05/2019 che ha approvato lo schema di Accordo di collaborazione tra Regione Puglia ed OMS, con il quale la Regione destina alla OMS un contributo pari ad euro 147.888,75 per l’attuazione della VIS delle attività legate agli impianti siderurgici di Taranto.
“Emiliano – continua Galante – pur di dare l’impressione di impegnarsi a risolvere la situazione di Taranto, quando per anni sia lui che il suo partito non hanno attuato alcuna misura concreta per il bene della città, ormai si gioca tutte le carte ricorrendo addirittura ad enti internazionali come l’OMS, l’Agenzia delle Nazioni Unite specializzata per le questioni sanitarie, per cercare di dare lustro all’inutilità delle sue azioni.
Nel fare ciò non si preoccupa minimamente di sprecare risorse pubbliche, ben 148 mila euro, quando ha in casa enti competenti ed affidabili (ARPA, ASL e AReSS), oltre che appositamente preposti, per svolgere approfondite valutazioni di impatto sanitario ed ambientale. ARPA e ASL e, a livello nazionale, ISPRA e ISS, sono tutti enti che vantano uno memoria storica di dati e informazioni sul quadro ambientale, sanitario ed epidemiologico dell’area di Taranto e una definizione di dettagliati metodi di analisi metodologica, a cui in ogni caso eventuali enti esterni dovranno fare ricorso per elaborare le proprie valutazioni.
Ci sembra quindi assurda questa delegittimazione degli enti regionali a favore di un ente esterno. La scelta di affidare all’OMS la VIS è giustificata con la necessità di avere a disposizione uno studio redatto da un organismo di assoluta garanzia e affidabilità: sembra quasi che si voglia mettere in discussione l’attendibilità di studi e analisi fino ad ora condotti da ARPA e ASL e, se così fosse, bisognerebbe capire se siano stati individuati vulnus o carenze negli studi e nelle valutazioni fino ad oggi condotte da parte di questi enti”.
Secondo il vigente quadro normativo la VIS è un elaborato predisposto dal proponente sulla base delle linee guida del Ministero dell’Ambiente, adottate proprio qualche settimana fa con Decreto del Ministro Grillo. La VIS è condotta nell’ambito della VIA esclusivamente per alcune tipologie di impianti, tra le quali non rientra l’ex-ILVA. Quindi, attualmente, l’unica possibilità di inserire la valutazione della componente salute all’interno delle procedure di AIA per l’ILVA è rappresentata dalla VDS interministreriale del 2013, la cui redazione (a differenza della VIS) compete alla ASL e all’ARPA.
Purtroppo, i criteri metodologici della VDS del 2013 impediscono l’immediata valutazione dell’efficacia delle prescrizioni AIA in termini di tutela della salute. Per porre rimedio all’impostazione dal decreto dei Ministri Balduzzi e Clini che ha svilito la valutazione fermandosi alla mera verifica del superamento delle soglie di legge per gli inquinanti, i Ministri Grillo e Costa sono al lavoro per presentare entro il 24 giugno le modifiche alla VDS del 2013 per introdurre elementi che assegnino una funzione di prevenzione alla verifica della sussistenza del danno sanitario.
“Alla luce del quadro normativo attuale – incalza Galante – oltre che dell’importante lavoro dei Ministri Costa e Grillo per introdurre concretamente la valutazione della componente salute all’interno delle procedure di autorizzazione ambientale e della linea adottata dal Governo nazionale che sta concentrando tutti gli sforzi nell’ambito della cabina di regia nella quale sono chiamati a partecipare tutti i soggetti coinvolti e con cui si sta anche provvedendo all’aggiornamento dei dati epidemiologici, davvero non riusciamo a capire in quale direzione stia remando Emiliano.
Non sottovalutiamo la necessità di approfondire il quadro sanitario di Taranto, – conclude Galante – ma riteniamo che sia importante fare lavoro di squadra, coordinando efficientemente azioni e interventi, invece di sprecare risorse che potrebbero ad esempio essere utili per potenziare la rete di monitoraggio della qualità dell’aria di Taranto o per svolgere ulteriori valutazioni che, laddove necessarie, potrebbero essere condotte da ARPA e ASL con estrema competenza e completezza.”