TARANTO – “Uno studio dell’ISS ha documentato riduzione del quoziente intellettivo e disturbi del neuro sviluppo in bambini, peraltro sani, che vivono a ridosso dell’area industriale di Taranto e vi è ampia documentazione della immissione in ambiente di una miscela di sostanze neurotossiche da parte dell’impianto siderurgico di Taranto”.
Lo ricorda l’Ordine dei Medici di Taranto in una lunga e dura relazione indirizzata al Ministro della Salute, al Presidente della Regione Puglia ed altre istituzioni nazionali e locali.
“Queste evidenze – dicono i medici – suggeriscono la immediata sospensione della immissione di queste sostanze sulla popolazione, in ossequio al “principio di precauzione”, ma prima ancora in ossequio al buon senso e in considerazione del gravissimo danno per una intera comunità e per la nazione determinato dal danneggiare neurologicamente e cognitivamente la popolazione infantile e quindi i suoi stessi cittadini”.
Un documento che sviscera tutte le principali problematiche sanitarie legate alla presenza dell’Ilva sul territorio ionico.
“Nel caso specifico – si legge – l’attività del Siderurgico tarantino, che pure ha fornito e fornisce benefici economici a singoli individui e a gruppi di cittadini, non può essere eticamente giustificata se si svolge al prezzo della vita di un’altra parte di popolazione, persone per questa condizione declassate, in violazione della loro dignità umana e in dispregio della unicità della loro vita, a meri strumenti della produzione, usurabili quanto necessario, se operai, o destinati ad essere recettori inermi dei rifiuti tossici della attività industriale, se cittadini. Si realizza in questo modo una condizione di diseguaglianza nei diritti all’interno della nazione tra chi fruisce dei benefici della produzione industriale e chi ne subisce prevalentemente i danni.
Una simile situazione si configura come “ingiustizia ambientale” ed è tanto più grave poiché si svolge per lo più e maggiormente a discapito delle fasce di popolazione che vivono a ridosso degli impianti, che nel tempo si impoveriscono sempre di più sia per i danni alla salute che per la riduzione di opportunità lavorative in un territorio “espropriato” e reso inutilizzabile a causa della contaminazione”.
E si aggiunge: “In questa condizione vengono realizzate e mantenute, attraverso scelte politiche consapevoli, condizioni di grave discriminazione tra cittadini all’interno dello stesso territorio e della stessa nazione, in aperta violazione degli articoli 2 e 3 della Costituzione che proclama che la Repubblica riconosce e tutela i diritti inviolabili dell’uomo e che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale senza alcuna distinzione”
L’Ordine giunge alle seguenti conclusioni: “Riteniamo prioritario che l’impianto siderurgico di Taranto sia fornito con la massima urgenza di una Valutazione Impatto Sanitario (VIS), possibilmente integrata sotto forma di Valutazione Integrata dell’Impatto Atmosferico sull’Ambiente e sulla Salute (VIIAS) con l’impatto di ogni altro impianto industriale insistente sul territorio in esame; che gli esiti di questa valutazione siano vincolanti ai fini della revisione dell’AIA e che non siano ammessi livelli/tipologie di produzione che comportino un qualsivoglia danno alla salute e alla vita della popolazione; che sia, a prescindere da qualunque altra valutazione, sospesa la immissione sulla popolazione di sostanze ad effetto neurotossico”.
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