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Ex Ilva, PeaceLink: frenata dell’inquinamento ad aprile – Le ragioni illustrate da Marescotti

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa di Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink.

Nel mese di aprile del 2019 l’assenza di Wind Day è uno dei fattori che ha permesso alla città di Taranto di respirare meglio. La minore ventosità dall’area industriale ha favorito una riduzione degli inquinanti nel quartiere Tamburi. A confermarlo sono i dati rilevati dalle centraline Arpa installate nella cokeria dell’ex Ilva e in via Machiavelli, al quartiere Tamburi.

Fino a marzo scorso i valori degli inquinanti, registrati mese per mese a partire dalla gestione Ancelor Mittal nel novembre 2018, sono stati in aumento e con un trend in crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando la gestione era ancora commissariale. I primi mesi del 2019 sono stati caratterizzati da molte giornate in cui il vento è soffiato da NordOvest, portando un più abbondante carico di inquinanti industriali sulla città.

Le ragioni della frenata

Vi sono, oltre all’assenza dei Wind Day, altri tre fattori da non sottovalutare nella lettura dei dati di aprile.

1) FRENATA NELLA PRODUZIONE DI ACCIAIO. Innanzitutto la frenata delle emissioni è collegata a una frenata della produzione. Il mancato aumento della produzione ha giocato a favore dell’ambiente. Nelle scorse settimane, infatti, Ancelor Mittal, per ragioni di mercato, ha annunciato un taglio di 3 milioni di tonnellate nella produzione di acciaio in Europa, con la sospensione delle attività a Cracovia in Polonia, la riduzione nelle Asturie in Spagna e la rinuncia momentanea ad accrescerla a Taranto. Anche seconda più recente perizia epidemiologica del dottor Francesco Forastiere su Taranto ha, infatti, rilevato che con l’aumento della produzione, cresce l’inquinamento e conseguentemente gli effetti a breve termine sulla popolazione con l’incremento della mortalità e dei ricoveri ospedalieri per crisi acute, soprattutto a carico dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio.

2) CENTRALINA FERMA DURANTE UN VISTOSO PICCO. L’altro fattore che potrebbe aver giocato un ruolo di non poco conto nella rilevazione dei dati relativi al mese di aprile del 2019 è il fermo che ha interessato la centralina della cokeria situata all’interno dello stabilimento: la centralina è risultata disalimentata elettricamente dalle ore 12.00 del 7 aprile (domenica) alle ore 10.00 dell’8 aprile (lunedì). Pertanto, come rilevato da Arpa Puglia, i dati degli analizzatori risultano mancanti nelle due giornate in quanto non hanno raggiunto la percentuale minima di validità giornaliera.

I tecnici della ditta che effettua la manutenzione per conto della stessa Agenzia regionale per l’ambiente sono intervenuti tempestivamente il lunedì mattina, a seguito di espressa richiesta avanzata dall’Arpa, verificando quanto su riportato e riattivando l’alimentazione dal quadro elettrico dell’intera cabina. Dalla lettura del grafico relativo ai dati registrati in cokeria emerge comunque che nell’arco di tempo interessato dall’interruzione dell’alimentazione elettrica si sia presumibilmente verificato un picco dell’inquinamento che non è stato registrato.

Quanto accaduto fa, dunque, scaturire l’indifferibile esigenza di adottare al più presto la strumentazione tecnica necessaria (un semplice gruppo di continuità) per evitare che l’incidente possa ripetersi, andando così ad inficiare le rilevazioni non solo delle giornate in cui c’è stata l’interruzione della registrazione dei dati, ma conseguentemente anche quelle dell’intero mese e le medie che saranno stilate successivamente.

3) CAMPAGNA MEDIATICA. Infine un ruolo nella frenata delle emissioni potrebbe averlo giocato anche PeaceLink nella sua campagna mediatica di informazione martellante sull’inquinamento a Taranto. I dati dell’inquinamento in aumento a Taranto non hanno giovato all’immagine di ArcelorMittal che sulla questione della responsabilità sociale d’impresa gioca una delle sue carte importanti ai fini della credibilità.

Ci troviamo dunque di fronte ad un momento di estremo interesse nel quale ArcelorMittal potrebbe proseguire sulla linea di una maggiore attenzione al quadro delle proprie emissioni. Ce lo auguriamo vivamente.

Il bilancio complessivo dei sei mesi di ArcelorMittal: le emissioni in cokeria sono aumentate

Nel bilancio dei sei mesi di gestione ArcelorMittal rimane tuttavia ancora negativo, nonostante la tendenziale frenata globale delle emissioni dell’ultimo mese in cokeria. Registriamo tuttavia un complessivo aumento delle emissioni della cokeria rispetto al corrispondente semestre dei dodici mesi precedenti. Lo si può vedere per gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) che in sei mesi sono aumentati dell’85% in cokeria. E anche ad aprile gli IPA sono aumentati del 12%. Ricordiamo che gli IPA sono cancerogeni. Risulta aumentato anche l’H2S (idrogeno solforato) con un +59% delle emissioni in cokeria nei sei mesi della gestione ArcelorMittal. Nei sei mesi emerge inoltre un complessivo incremento delle emissioni di polveri sottili dalla cokeria, in particolare il particolato fine PM2,5 con un +20%.

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