“Si apprende con stupore della convocazione delle associazioni ambientaliste tarantine, da parte del Vice Presidente del Consiglio e Ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, all’incontro organizzato in data odierna presso la Prefettura di Taranto nell’ambito del c.d. “Contratto Istituzionale di Sviluppo per l’area di Taranto. Tavolo Istituzionale permanente”. Pur avendo ricevuto l’invito, il Comitato Legamjonici non presenzierà a tale riunione”.
E’ quanto si legge in una nota del Comitato Legamjonici contro l’inquinamento che spiega: “La decisione è dettata dalla consapevolezza della totale inutilità dell’incontro che, anzi, sarebbe stato opportuno convocare per discutere, nel concreto, di temi di fondamentale importanza come la chiusura programmata dello stabilimento siderurgico, la sua riconversione e il reimpiego dei lavoratori.
Il comitato ritiene che la chiusura delle fonti inquinanti sia elemento imprescindibile e preliminare a qualunque seria ipotesi di rilancio del territorio tarantino o attività di bonifica.
L’invito del Ministro Di Maio, inoltre, risulta essere tardivo in quanto giunto decisamente fuori tempo massimo. Ed infatti, l’avvenuta cessione dell’ormai ex Ilva ad Arcelor Mittal caratterizza pienamente l’azione di un Governo che, come già più volte accaduto in passato, anche con altri colori politici, ha inteso abdicare alle proprie prerogative consegnando la salute dei cittadini nelle mani di chi ha come unico scopo il proprio profitto economico.
Valgono per questo Governo, pertanto, le stesse obiezioni già mosse nei confronti dei Governi passati.
Proprio in quest’ottica si ricorda che il Comitato Legamjonici ha promosso nel 2013 il primo ricorso collettivo alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo contro il Governo Italiano che, già con l’emanazione del primo decreto Salva-Ilva del 2012, aveva palesemente violato il diritto fondamentale alla salute dei tarantini.
All’esito di tale azione, lo scorso 24 gennaio, la Corte Europea dei Diritti Umani ha espressamente e, per la prima volta, acclarato con una sentenza storica per Taranto, la violazione degli artt. 8 e 13 della Convenzione da parte delle Istituzioni Italiane. Tale riconoscimento giunto da un’autorità sovranazionale é la conferma che chi lotta – e ha lottato in tutti questi anni – è tutt’altro che allarmista.
Per una particolare coincidenza temporale proprio oggi, 24 aprile, scadono i termini per proporre istanza di rinvio alla Grande Camera per l’eventuale impugnativa della sentenza sopra citata.
Sarebbe a questo punto davvero interessante conoscere direttamente dalla viva voce del Vice Presidente del Consiglio e Ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, qualora non fosse troppo impegnato in tali inutili passerelle pre-elettorali, se il Governo abbia impugnato o meno la sentenza pronunciata dalla Corte Europea dei Diritti Umani. Quantomeno per rompere quel silenzio assordante che ha regnato sul tema dal 24 gennaio ad oggi”, conclude il comitato.
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