Ex Ilva, le richieste di Legambiente al vice premier Di Maio (atteso domani a Taranto)

Alla vigilia dell’arrivo a Taranto del vice premier e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, Legambiente ha diffuso la seguente nota: “A lui chiediamo una risposta e ribadiamo con energia le richieste già avanzate, anche per due volte per iscritto con formali richieste al Governo e al suo Ministero, tutte tese a garantire ai cittadini di Taranto la certezza che la produzione dello stabilimento siderurgico non comporti rischi per la salute di cittadini e lavoratori, e che ci sia la assoluta certezza, supportata da dati scientifici inconfutabili, che lo stabilimento non continui ad avvelenare e che non ci siano altri morti da immolare sull’altare della produzione dell’acciaio.

Ribadiamo, quindi, al Ministro Di Maio la richiesta già due volte formalizzata circa la assoluta necessità che si proceda al più presto, e con i provvedimenti normativi più rapidi, come potrebbe essere un decreto legge, ad istituire la VIIAS per lo stabilimento siderurgico di Taranto, proprio al fine di rassicurare nel più breve tempo possibile i cittadini sull’impatto della produzione dello stabilimento sull’ambiente e sulla salute di cittadini e lavoratori.

Chidiamo al Ministro Di Maio, inoltre, di sollecitare gli Amministratori Straordinari di ILVA S.p.A. a dare una informazione dettagliata e completa sullo stato delle bonifiche e sull’utilizzo delle risorse messe loro a disposizione, con particolare riferimento a quelle derivanti dal sequestro delle somme della famiglia Riva.

Chiediamo inoltre che si proceda rapidamente ad istituire e mettere a disposizione di tutti i cittadini un portale in cui vengano indicati, prescrizione per prescrizione, in maniera chiara e di facile lettura, gli interventi previsti, le scadenze (correlate da avvisi che ne segnalino l’approssimarsi), le date delle visite ispettive previste, i risultati e le eventuali prescrizioni collegate alle ispezioni, tutti i dati dei monitoraggi in corso, aggiornati a scadenze prestabilite e messi in relazione sia con la quantità di acciaio prodotta che con i dati dei monitoraggi riferiti ai periodi precedenti, con i limiti previsti dalla normativa e con quelli ritenuti accettabili dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in poche parole tutto quanto è utile per monitorare in ogni momento l’effettivo rispetto degli impegni assunti da Arcelor Mittal e la situazione ambientale interna ed esterna allo stabilimento;

Con riferimento alla cosiddetta “immunità penale” chiediamo che in Parlamento si adottino provvedimenti che ne definiscano dettagliatamente l’ambito e che la circoscrivano unicamente alla stretta esecuzione delle opere previste nell’A.I.A. e nel Piano Ambientale.

Chiediamo inoltre al Ministro di affrontare il tema dei risarcimenti della città e dei cittadini di Taranto, prevedendo l’apertura di un percorso in sede amministrativa, coinvolgendo la procedura di A.S. e il nuovo gestore dello stabilimento, per garantire comunque un ristoro concreto ai danneggiati che non potranno ricevere soddisfazione dalla procedura concorsuale.

Con riferimento al CIS chiediamo che si proceda al più presto a finanziare le opere previste per la città vecchia e ad accelerare le bonifiche del mar Piccolo (prevedendo ulteriori risorse per la loro realizzazione, anche in considerazione del loro ruolo chiave per lo sviluppo di una economia alternativa a quella inustriale), nonché quelle rivenienti dall’applicazione dell’A.I.A. del 2011 per garantire l’approvvigionamento di acqua dello stabilimento siderurgico utilizzando, invece che acqua potabile, i reflui affinati provenienti dagli impianti di depurazione, oltre che – infine – quelle necessarie per la creazione del polo museale dell’arsenale (la cui attività va riattivata)”.