Sei un cittadino di Taranto o dei comuni limitrofi ad alto rischio (Crispiano, Massafra, Montemesola e Statte) e vuoi agire per ottenere il risarcimento dei danni subiti per la mancata adozione da parte dello Stato italiano delle misure necessarie per la tutela della salute dei cittadini nelle aree coinvolte nel caso IlVA? Iscriviti al Codacons e agisci giudizialmente per richiedere il risarcimento dei danni subiti.
I FATTI
Con una recentissima sentenza del 24 gennaio 2019, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato all’unanimità lo Stato italiano per violazione dell’art. 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) e dell’art. 13 (diritto ad un ricorso effettivo) della Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali, riconoscendo che le autorità italiane hanno omesso di assumere le misure necessarie a tutela della salute dei cittadini e che nell’ordinamento interno non esistono rimedi effettivi per l’attivazione di misure efficaci per la bonifica dell’area interessata dalle immissioni inquinanti dell’Ilva.
I Giudici Europei, infatti, dopo aver passato in rassegna numerosi studi scientifici realizzati da diversi enti e istituzioni sull’incidenza di determinate malattie nella zona soggetta ad emissioni, nonché indagini sulla presenza di agenti inquinanti oltre le soglie consentite dalla legge, hanno accertato che la persistenza della situazione di inquinamento ambientale nei territori del tarantino costituisce una seria minaccia alla salute della popolazione totale che vive nelle zone a rischio (Taranto, Crispiano, Massafra, Montemesola e Statte), il cui benessere e la cui vita privata sono stati lesi dalle condotte omissive dello Stato Italiano.
La Corte, inoltre, ha rilevato che ai ricorrenti non è stato garantito un rimedio efficace per agire davanti alle autorità italiane per ottenere adeguate misure per la decontaminazione delle aree dell’Ilva.
Pertanto, i Giudici di Strasburgo hanno osservato l’assoluta urgenza del recupero delle condizioni di salubrità del complesso industriale e delle zone limitrofe, invitando le autorità nazionali a mettere in atto nel più breve tempo possibile il piano contenente le misure necessarie ad assicurare la protezione ambientale e sanitaria della popolazione, rinviando al Comitato dei Ministri per la definizione in termini pratici delle misure da adottare per assicurare l’attuazione della sentenza.
Si tratta di una pronuncia di enorme rilevanza che, oltre a riconoscere una volta per tutte, la responsabilità delle istituzioni italiane per il mancato rispetto dei fondamentali diritti umani nel caso Ilva, apre importanti scenari di tutela per i cittadini di Taranto e dei comuni a rischio, da troppo tempo costretti a subire reiterate lesioni dei propri diritti.
Il Codacons è da anni impegnato nella tutela dei diritti dei cittadini di Taranto contro l’inquinamento dell’Ilva, conducendo importanti battaglie giudiziarie, quali, a titolo esemplificativo:
1) La costituzione di parte civile nel processo penale attualmente pendente innanzi la Corte di assise di Taranto contro Nicola Riva + altri.
2) Proposizione di due ricorsi straordinari al Capo dello Stato per impugnare, tra gli altri, il D.P.C.M. del 29/9/2017 che ha prorogato il termine previsto per l’attuazione delle misure stabilite nel piano ambientale al 2023, nonché di tutti gli atti connessi, presupposti e consequenziali.
3) La presentazione di un intervento ad adiuvandum nei ricorsi instaurati dalla Regione Puglia e dal Comune di Taranto contro Ilva.
L’INIZIATIVA CODACONS
Considerata l’importanza dei principi sanciti nella sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, il Codacons ha deciso di scendere nuovamente in campo per la tutela di tutte le persone che vivono a Taranto o nelle limitrofe zone a rischio.
L’Associazione ha quindi deciso di intervenire su 3 diversi fronti, organizzando:
A) un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per far accertare la violazione dei diritti fondamentali dei cittadini coinvolti nella vicenda Ilva per i fatti successivi a quelli a presi in considerazione nella sentenza della Corte dello scorso 24 gennaio e per richiedere il risarcimento di 5000 euro;
B) una azione collettiva innanzi al Tribunale civile, per richiedere 10.000 euro di risarcimento per i danni morali e ambientali subiti, come accertato dalla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo;
C) un atto di diffida ex legge Brunetta (class action pubblica) allo Stato Italiano affinché ottemperi agli obblighi derivanti dalla pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo del 24 gennaio scorso, adottando tutte le misure necessarie ad assicurare la protezione ambientale e sanitaria della popolazione.
PER ADERIRE
Se anche tu sei residente a Taranto o nei comuni limitrofi considerati a rischio (Crispiano, Massafra, Montemesola e Statte) e vuoi agire per tutelare i tuoi diritti ed ottenere il risarcimento dei danni subiti, aderisci all’iniziativa entro il 14 aprile!
La partecipazione è gratuita per tutte e tre le azioni sopra indicate per tutti gli iscritti al Codacons. L’iscrizione all’Associazione ha un costo di 50 euro.
Per iscriverti clicca qui. Dopo aver compilato il form ti verrà spiegato come procedere e le relative condizioni e ti verrà indicata la documentazione che dovrai inviare al Codacons per partecipare.
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