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La bimba di Paolo VI lanciata dal balcone dal padre verso il ritorno alla normalità

Sono passati quasi sei mesi da quel tragico 7 ottobre, data in cui la piccola Nadia, di 6 anni, fu lanciata dal terzo piano di un condominio del quartiere Paolo VI di Taranto dal padre, al culmine di un litigio con la moglie.

La situazione apparve subito molto grave: la caduta aveva causato un trauma cranico commotivo, un trauma facciale e gravi lesioni al torace e all’addome. Dopo un intervento eseguito in urgenza, ad opera del Dott. Giovanni Bellanova, e ulteriori interventi eseguiti nei giorni successivi, che sono stati necessari per la risoluzione delle lesioni toraco-addominali e la stabilizzazione dell’emodinamica, e nonostante il lavoro incessante interdisciplinare dei medici e del personale sanitario del Presidio Ospedaliero Centrale “SS.Annunziata”, le speranze di sopravvivenza apparivano comunque molto basse.

Dopo 10 giorni di cure incessanti ed altamente qualificate, con la bambina ancora in stato di coma profondo, avvenne il trasferimento presso la Terapia Intensiva Pediatrica del Policlinico Gemelli di Roma, diretto dal prof. Giorgio Conti, centro di eccellenza. Qui la piccola, accolta dalla eccezionale professionalità e dall’amore di tutto il personale, ha trascorso quattro mesi in cui, dopo diversi interventi chirurgici, è stato possibile completare il magnifico lavoro iniziato fino all’uscita dal coma, avvenuta nel mese di novembre, e alla soluzione definitiva di tutte le lesioni che avevano offeso il piccolo corpicino.

Nadia, dallo scorso febbraio, è ricoverata presso una importante struttura riabilitativa pediatrica con il pieno recupero della coscienza e della funzionalità del suo organismo, dove sta lentamente imparando a tornare alla normalità.

Un bel  lavoro di gestione, secondo il rispetto del concetto della Rete Trauma, in cui  il paziente segue un percorso per intensità di cure passando tra le diverse professionalità che spostano il livello di cura dalle manovre salvavita dell’inizio, che devono essere finalizzate alla ripresa della normale vita di tutti i giorni, attraverso gesti terapeutici altamente qualificati, fino alla riabilitazione, il tutto associato dalla commuovente umanità  data da tutte le équipe che si sono alternate in questo lungo percorso.

Una bella dimostrazione di come l’organizzazione ed il coordinamento delle professionalità possano elevare i livelli di assistenza fino a ridurre il numero delle morti evitabili in maniera significativa.

Questo è il lavoro che il Gruppo Multidisciplinare Intraospedaliero Trauma del Presidio “SS.Annunziata”, prossimo alla ufficializzazione, che cerca di condividere ogni giorno nell’ospedale.

Il Direttore Generale dell’ASL, avv. Stefano Rossi, esprime soddisfazione per il felice esito della vicenda: “È difficile provare sensazioni positive nel quadro di una vicenda così drammatica, tuttavia non posso nascondere la soddisfazione per il fatto che sia stato scongiurato il peggio, che qualche mese fa sembrava inevitabile, grazie alla professionalità e alla dedizione degli operatori intervenuti, in primis quelli del SS.Annunziata, che hanno fronteggiato magistralmente, in un momento di massima concitazione, una situazione apparsa subito particolarmente critica. Voglio esprimere il migliore augurio alla bambina protagonista suo malgrado del fatto, affinché possa dimenticare quanto avvenuto e riprendere una vita dignitosa e pienamente consona alla sua età”.

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