“Il Comune di Taranto, tramite i suoi uffici del SUAP (Sportello Unico Attività Produttive), annulla le pratiche di SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) che la ditta Pellegrini S.P.A ha inoltrato per essere autorizzata alla gestione delle mense aziendali nello stabilimento ex Ilva gestito da ArcelorMittal. Gli uffici del SUAP annullano le pratiche per mancata e sostanziale integrazione documentale l’8 gennaio 2019 per quattro mense aziendali: Acciaieria1, Ima3, Zona Mare e Officina generale”. Lo riporta
Luciano Manna sulle pagine di
VeraLeaks (
leggi qui).
“Per quanto riguarda le mense Acciaieria1, Ima3 e Zona Mare – si legge – gli uffici del SUAP comunicano alla Pellegrini S.P.A. che è incompleta la visura camerale in merito alle sedi Unita Locali di Taranto (Asl); che è molto datata la relazione tecnica dove sono descritti i requisiti di sicurezza, le conformità degli impianti e che necessitano integrazioni ed aggiornamenti con particolare attenzione alla certificazione di prevenzione incendi; che non è fornita la certificazione di agibilità. Le stesse carenze documentali vengono contestate alla mensa Officina generale tranne la certificazione di agibilità.
Alla luce, quindi, di queste serie carenze documentali si possono ritenere al sicuro gli operai che frequentano le mense dello stabilimento ex Ilva, gestito da ArceloMittal? Cosa è successo dopo che il SUAP di Taranto ha fatto queste comunicazioni ai gestori delle mense? La Pellegrini S.P.A avrà ottemperato alle richieste degli uffici del comune di Taranto dopo aver dotato le mense in questione di certificazione di agibilità, certificazione di prevenzione incendi e certificazione di conformità degli impianti?
E’ davvero singolare, inoltre, rilevare quanto comunica il SUAP di Taranto a fine febbraio all’ufficio tecnico della Pellegrini S.P.A a mezzo posta elettronica certificata a seguito della comunicazione della ditta che gestisce le mense circa la cessazione attività della mensa aziendale denominata “Zona Mare”. L’ufficio del SUAP di Taranto annulla la pratica di cessazione attività perché “non risultano in essere attività di mense autorizzate all’interno dello stabilimento ex Ilva”.