Giornata Nazionale Vittime dell’Inquinamento Ambientale: passi in avanti
“Accogliamo con un plauso l’endorsement del Ministro Costa all’istituzione della Giornata Nazionale Vittime dell’Inquinamento Ambientale, proposta da SIMA – Società Italiana di Medicina Ambientale e dall’Associazione Genitori tarantini E.T.S. in occasione della fiaccolata dello scorso 25 Febbraio a Taranto, in ricordo della scomparsa di Giorgio Di Ponzio”: commenta così il prof. Alessandro Miani, Presidente di SIMA, la disponibilità del Ministero dell’Ambiente a farsi portavoce in Parlamento dell’istituzione di una giornata nazionale dedicata a coloro che hanno perso la battaglia della vita contro l’inquinamento che ha infestato i luoghi in cui vivevano.
“Un atto di civiltà per ricordare chi non c’è più e per dare voce a tutte le realtà territoriali che soffrono un impatto ambientale che ha negative ricadute sulla salute pubblica”, aggiunge Cinzia Zaninelli, Presidente dell’Associazione Genitori tarantini E.T.S..
Per supportare il lavoro del Ministro Costa e per infondere fiducia alle migliaia di persone che vivono nei siti più inquinati d’Italia, per non dimenticare e per lavorare sull’educazione, sulla prevenzione e sull’informazione, la Società Italiana di Medicina Ambientale e l’Associazione Genitori tarantini E.T.S. lanciano oggi, tramite il portale Italiaambiente (www.italiaambiente.it/vittimeinquinamento), una consultazione pubblica di raccolta firme.
Ogni anno sono 84.300 le vittime in Italia del solo inquinamento atmosferico (dati OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità) a cui si devono aggiungere i morti per amianto (5.300, dati ONA – Osservatorio Nazionale Amianto) e 3.200 decessi attribuibili a tumore al polmone causato dalla presenza di gas radon in ambienti indoor (dati ISS – Istituto Superiore di Sanità). L’inquinamento dell’acqua causa 14 decessi al giorno in Europa (dati OMS – non è presente un dato “Italia”), mentre per quello del suolo gli studi epidemiologici danno indicazioni sul rischio (in letteratura vi sono molti casi di contaminazione in cui il rischio per la popolazione esposta è pari o superiore a 1 su mille, mentre per il Testo Unico Ambientale, Legge 152/06, è accettabile 1 caso su 1 milione).
Nei 45 Siti di interesse Nazionale presi in considerazione dall’ultimo Rapporto Sentieri (ISS), di cui sono stati anticipati i risultati complessivi (sono interessati 319 comuni italiani e una popolazione di circa 5.900.000 abitanti al censimento 2011), si evidenziano 12mila morti in più del previsto in 8 anni (dal 2006 al 2013), in particolare per tumori ma anche per malattie cardiocircolatorie. Tali eccessi risultano essere negli uomini pari al 4% (tutte le cause) e 3% (tutti i tumori maligni), nelle donne del 5% (tutte le cause) e del 2% (tutti i tumori maligni). I valori assoluti risultano essere 5.267 decessi (tutte le cause) e 3.375 decessi (tutti i tumori maligni) negli uomini, 6.725 e 1.910 rispettivamente nelle donne. I casi di tumori maligni tra i più giovani (dai neonati ai ragazzi di 24 anni) nelle zone più inquinate sono cresciuti del 9%.
Nei siti contaminati, dove è attivo il registro tumori (28 su 45), “l’eccesso di incidenza” rispetto a coetanei che vivono in zone considerate ‘non a rischio’ è del 62% per i sarcomi dei tessuti molli, del 66% per le leucemie mieloidi acute, del 50% per i linfomi Non-Hodgkin e del 36% per i tumori al testicolo.
Per quanto riguarda il primo anno di vita vi è un eccesso di ricoverati del 3% per patologie di origine perinatale rispetto al resto dei coetanei. E un eccesso compreso tra l’8 e il 16% per le malattie respiratorie acute ed asma tra i bambini ed i giovani.