TARANTO – «Io dovevo vivere». Nelle foto spensierate, il messaggio dei bambini di Taranto che non ci sono più. Simbolicamente, sono loro a parlare per dire basta all’inquinamento e all’indifferenza.
Accade nel giorno del trigesimo di Giorgio Di Ponzio, il 15enne che ha lottato per tre anni contro un sarcoma. Insieme a lui, un collage di volti. Lorenzo che, con i suoi 5 anni compiuti prima di morire, aveva già conosciuto la chemioterapia e quei ‘numerosi corpi estranei’ nel suo cervello tra cui ferro e alluminio, come spiegheranno i consulenti della famiglia.
Syria, morta a 4 anni, che alla sua mamma chiedeva perché fosse senza capelli: chemio, trapianto e radioterapia erano la risposta. Storie che si intrecciano a quelle di Roberta, Miriam, Alessandro, Mario, Rebecca, Alessandro R, Ambra, Giuseppe e Fabiola.
Vite spezzate dal cancro e da altre malattie legate all’emergenza ambientale e sanitaria della città, commemorate nella ‘Fiaccolata per i nostri Angeli’, organizzata dall’associazione ‘Genitori Tarantini’. Tanti striscioni, croci bianche e il messaggio: «Tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino».
Scuole, associazioni e migliaia di cittadini nel corteo che, partito dall’Arsenale Militare, ha attraversato il centro. Nella maggior parte dei negozi, luci spente e serrande a metà. In silenzio, i tantissimi manifestanti hanno raggiunto uno dei luoghi simbolo della città, la statua dei marinai con il momento finale e il lancio di palloncini bianchi.
Nel giorno del dolore, arrivano anche le polemiche. Le ultime, in ordine di tempo, per il post apparso sulla pagina Facebook ufficiale di Arcelor Mittal Italia, il nuovo proprietario dello stabilimento siderurgico ex Ilva.
«Per esprimere la nostra vicinanza alla comunità, in ricordo di Giorgio Di Ponzio e dei giovani tarantini scomparsi, oggi abbiamo esposto a mezz’asta le bandiere dello stabilimento di Taranto e invitato i colleghi a unirsi al lutto cittadino proclamato dal Comune».
Tantissimi i commenti di sdegno. E c’è chi, come Luca, ricorda al gruppo che può sempre rinunciare all’immunità penale. Proprio su questo fronte, prosegue la battaglia legale, mentre al Presidente della Repubblica Mattarella l’associazione ‘Genitori Tarantini’ e la Società Italiana di Medicina Ambientale chiedono di istituire per il 25 febbraio la giornata nazionale per le vittime dell’inquinamento.
In corteo, le famiglie piangono e chiedono rispetto. In particolare alle istituzioni. «Per una volta soltanto, siate solo padri, siate solo madri», avevano detto. Qualche politico si affaccia, ma lontano dai riflettori. Ai manifestanti si unisce anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, oggetto di alcune contestazioni. Il silenzio è irreale, mentre le fiaccole vorrebbero riaccendere la speranza.
Foto e video a cura di Fabrizio Cafaro
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