Turismo, Confcommercio: se anche Castellaneta Marina arretra qualcosa non va
“Castellaneta nella lista delle prime destinazioni pugliesi per arrivi e presenze 2018. Il dato dell’ultimo Osservatorio turistico regionale – commentato positivamente alla BIT 2019- pur confermando la presenza della località marinese tarantina nella ‘Top 15’ regionale, rivela tuttavia un arretramento di due posizioni rispetto all’anno precedente: da 354.192 le presenze nel 2017 a 339.317 nel 2018; stessa cosa per gli arrivi con 62.683 unità nel 2017 a 56.875 nel 2018″. E’ quanto si legge in una nota di Confcommercio Taranto in merito ai dati commentati ieri anche sul nostro sito (leggi qui l’analisi di Giuseppe Aralla).
“Se Castellaneta, che con la sua complessa ed organizzata offerta turistico-ricettiva rappresenta comunque il top del turismo tarantino, perde posizioni, è lecito domandarsi cosa continua a non funzionare nel nostro territorio provinciale – si legge ancora – la risposta probabilmente potrebbe essere ricercata in una lettura più attenta della classifica che vede crescere sempre di più il capoluogo barese, ormai al secondo posto della short list assieme a Lecce e ad altre località che si sono mosse in modo più coordinato e hanno valorizzato un’ offerta turistica di territorio.
L’area territoriale ‘Magna Grecia, Murgia e Gravine’ (nella quale siamo collocati) pur guadagnando in termini di presenze qualche punto (da 7,1% nel 2017 a 7,4 % nel 2018), resta comunque penultima rispetto alle altre macro aree turistiche regionali: Salento (34,1%); Gargano Daunia (28,8% ); Valle d’Itria (nella quale rientra Martina Franca,14,1% ); Bari e la Costa (12,6%).
Una situazione che deve essere oggetto di attenta riflessione da parte delle istituzioni locali e che non può indurre a facili ottimismi, o peggio ancora ad analisi affrettate elaborate sull’onda di deboli sensazioni positive, captate al volo dall’assessore al turismo di turno in un contesto come quello della BIT.
Una rassegna che ha il fascino della vetrina mediatica, come dimostra la corsa da parte dei territori e delle amministrazioni e aggregazioni comunali a presenziarvi con la propria micro offerta che nella maggior parte dei casi è soprattutto culturale, ma che non presenta il prodotto turistico con la sua proposta ricettiva, di ristorazione e del tempo libero.
Quello che viene spesso descritto dai rappresentanti istituzionali che, in autonomia affrontano le varie rassegne turistiche, è un territorio nel quale le imprese del settore sembrano svolgere un ruolo accessorio, visto che ben difficilmente ci si presenta a questi appuntamento dopo un opportuno percorso di confronto con le categorie.
Abbiamo un grosso problema di infrastrutture: vi sono comuni che pur ricchi di attrattori culturali e di risorse ambientali presentano pochi posti letto in strutture ricettive attrezzate (alberghi, villaggi, residenze alberghiere etc.), una carenza alla quale solo politiche regionali dedicate di sostegno economico agli investimenti turistici possono dare risposte. Stesso discorso per i collegamenti, assolutamente carenti sul territorio provinciale. In tal senso l’ente Provincia potrebbe esercitare un ruolo di coordinamento importante in un percorso di confronto con la Regione, con Ferrovie Italiane e con Aeroporti di Puglia.
Nel 2017 i comuni della provincia di Taranto, tutti assieme hanno sottoscritto un protocollo d’intesa presso la Prefettura di Taranto che ha sancito la nascita del Distretto provinciale del Turismo. Una strumento che potrebbe/dovrebbe dare voce a politiche condivise del turismo. Il sistema dei trasporti dei passeggeri rappresenta il fattore chiave per il successo di una destinazione turistica e sappiamo bene come la difficoltà di accesso alla nostra area incida negativamente sulla competitività del sistema turistico provinciale. Abbiamo necessità di riprendere le fila di un dialogo allargato che rafforzi la concertazione istituzionale tra Provincia, Comuni e tra questi e i vari soggetti a vario titolo coinvolti.
Infine, un cenno all’offerta culturale territoriale ricca di contesti paesaggistici diffusi, di aree marine protette, di siti e di musei unici, un’offerta insomma che va messa a sistema e va organizzata in percorsi strutturati supportati da servizi, informazioni, personale addetto.
Concludendo, solo una governance efficiente e partecipata può aiutarci a compiere quel salto di qualità che ci apra ad una vera economia del turismo a cui il nostro territorio provinciale, con la sua ricchezza di proposte e culture, potrebbe facilmente ambire”.