Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Luciano Manna e Angelo Di Ponzio per Taranto Libera.
Chiediamo un incontro urgente con il Prefetto di Taranto, colui che in questa città rappresenta lo Stato, perché in queste condizioni, in cui il cittadino di Taranto vive questi giorni di Wind Day, non viene assicurato l’effetto della nostra Costituzione. Questa fotografia parla da sola.
In questi giorni la città di Taranto è sferzata da un forte vento proveniente da nord che arriva a toccare i 60 km/h. Sul sito web del comune di Taranto vengono annunciati come giorni critici quelli del 12, 13 e 14 febbraio con le consuete precauzioni diramate con un documento della Asl di Taranto, ma nessuna istituzione, ad oggi, si è mai pronunciata in merito ai rischi sanitari che i cittadini incorrono a seguito dello spolverio del vento sui cumuli di rifiuti speciali stoccati all’aperto e senza nessuna copertura nell’area dello stabilimento ex Ilva, gestito da ArcelorMittal.
Noi cittadini chiediamo che la Asl di Taranto si pronunci in merito a questa esposizione. Vogliamo sapere se siamo al sicuro, ed eventualmente pretendiamo che sia scritto in maniera ufficiale sullo stesso documento diramato in occasione dei WindDay, oppure, se non siamo al sicuro, la stessa Asl deve comunicarci a quali rischi andiamo incontro.
Il forte vento di questi giorni porta sulle case degli abitanti, ed in particolare nei quartieri del Tamburi e Borgo, polveri derivanti il ciclo produttivo dello stabilimento siderurgico. Queste polveri sono classificate come rifiuti speciali e in particolare sono costituite da polveri e fanghi di acciaieria ed altoforni. Milioni di metri cubi di questo rifiuto speciale sono stoccati all’aperto nella discarica Mater Gratiae e sono presenti almeno tre cumuli di rifiuti nell’area parchi minerali. A tutto ciò si aggiungono le scorie delle paiole stoccate all’aperto nell’area GRF, le polveri della loppa, del minerale di ferro e del carbone fossile. Un mix micidiale di rifiuti e minerali, che si riversa sulla città, viene respirato dai cittadini e si posa su case, balconi e piantagioni limitrofe allo stabilimento.
Chiediamo alla Asl e al sindaco Melucci se in virtù di questi stoccaggi di rifiuti speciali, sottoprodotti e minerali, sia mai stato realizzato uno studio modellistico fluido dinamico che tenga conte dei venti e dei cumuli presenti in tutta l’area industriale; di conseguenza chiediamo una analisi di rischio sanitario che chiarisca una volta per tutte quali sono i rischi a cui i cittadini sono sottoposti in tutte le condizioni meteo: con il vento da nord e da sud, perché non dobbiamo dimenticare che se con il vento da nord a soccombere sono il Tamburi e Borgo, con quello da sud vengono colpiti il quartiere Paolo VI e Statte. In ultimo, quali di questi rifiuti, sottoprodotti e minerali possono determinare un rischio radioattivo? In virtù delle leggi europee nel ciclo produttivo del siderurgico tarantino vanno effettuati controlli di radioattività su alcuni materiali ed alcuni impianti. Perché non sono noti questi dati?
La Asl deve chiarire questo aspetto critico ed sindaco, tutore della salute dei cittadini, deve pronunciarsi; soprattutto in virtù del fatto che il monitoraggio dell’aria, così come appena un anno fa dichiarato dall’ing. Barbara Valenzano, direttore del dipartimento mobilità, qualità urbana, opere pubbliche, ecologia e paesaggio della Regione Puglia, è assicurato da una rete di centraline che monitorano specifici parametri di traffico urbano.
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