Taranto, la Città dei Veleni: ecco quali armi offre il cibo per difendersi dai tossici ambientali
TARANTO – Un interessante convegno si è svolto questa mattina nel Salone della Provincia sul tema “Taranto, Città dei veleni – Approcci di medicina integrata”. Organizzato da DD CLINIC ResearcheInstitut, fondazione con sede a Caserta attiva nella promozione e nello sviluppo della ricerca medico-scientifica nel campo delle patologie oncologiche, il convegno era moderato dalla dott.ssa Maria Grazia Serra, presidente di ISDE Taranto e dalla dott.ssa Raffaella Trovato, biologa nutrizionista esperta in terapia nutrizionale di supporto nei pazienti con tumore.
Filo conduttore del convegno, che ha visto la partecipazione di vari relatori, è stato l’importanza del cibo come terapia adiuvante per difenderci dai tossici ambientali. Argomento questo certamente incentrato sulla drammatica situazione di rischio sanitario a cui i tarantini sono costretti a causa di un diffuso e permanente inquinamento ambientale.
Il dottor Del Buono, endocrinologo di Caserta, ci ha portato nel mondo degli organismi, sia animali che vegetali, capaci di sopravvivere nei terreni inquinati. Le cellule riescono infatti a produrre naturalmente alcune sostanze (chelatine e metallotianine) in grado di riparare il danno biologico causato dalle sostanze tossiche.
Il segreto della longevità di alcune persone potrebbe stare anche nell’abitudine di cibarsi di prodotti locali provenienti da zone non inquinate e in grado di fornire quel mix di oligoelementi capaci di garantire il giusto equilibrio cellulare che previene e addirittura ripara il danno genetico.
Importante, laddove non si riuscisse a rispettare un adeguato apporto di oligoelementi di origine vegetale, sarebbe ricorrere agli estratti vegetali che hanno la capacità di conservare le proprietà benefiche di frutta e verdura.
Argomento centrale trattato da tutti i relatori e in particolare approfondito dal dottor D’Orta di Caserta (nella foto in alto, ndr) è stato il MICROBIOTA, quella parte cioè di batteri principalmente anaerobi presenti nel nostro intestino capaci di influire su tantissimi processi biologici quali l’attivazione del sistema immunitario, dei processi infiammatori e del sistema neurovegetativo.
Alterazioni del microbiota possono essere associate a una sindrome molto diffusa che è quella dell’intestino permeabile. Sostanze tra le più varie possono attraversare mucosa e spazi intercellulari e arrivare nella sottomucosa, attivando processi infiammatori che provocano una vera e propria “distrazione immunologica” che favorisce il sorgere di alcune patologie.
Intestino e cervello, ci ha spiegato il dottor R. Berloco, derivano dallo stesso foglietto embrionale e hanno quindi un’origine comune. Restano connessi per tutta la vita attraverso il sistema nervoso simpatico e parasimpatico e attraverso il nervo vago.
Nel corso dell’evoluzione il cervello è cresciuto di dimensioni e invece l’intestino si è ridotto. Attualmente il cervello richiede 1/5 dell’energia totale necessaria a far funzionare il nostro corpo. Nel 1998 il dottor Gershon, padre della neurogastroenterologia, ha parlato per la prima volta di intestino come secondo cervello, composto da centinaia di milioni di neuroni.
Sono per esempio presenti a livello intestinale recettori capaci di percepire il gusto dolce e amaro e di indurre rispettivamente attivazione insulinica e blocco della fame. Stress e sensazione di gioia determinano vere e proprie variazioni funzionali dell’intestino.
Il professor Galeandro di Taranto ha invece affrontato il tema degli effetti sull’organismo dei metalli pesanti e di altre sostanze chimiche capaci di accelerare o addirittura indurre patologie anche gravi.
L’esame del capello con mineralogramma è uno strumento utile per valutare la quantità di metalli tossici o utili presenti nell’organismo. Alimentazione e prevenzione sono stati il tema trattato dalla dott.ssa Ascoli, biologa nutrizionista di Taranto che ha sottolineato come oltre il 30% dei tumori si potrebbe prevenire con corretti stili di vita.
Lotta all’obesità, dieta variegata, basso consumo di carni rosse, di zuccheri, di sale, sono consigli pratici che tutti dovremmo seguire. Infine, la dott.ssa Trovato, biologa nutrizionista di Taranto, ha trattato il tema della dieta da seguire prima, durante e dopo la chemioterapia. Una dieta di supporto deve aiutare la ripresa del paziente e prevenire recidive tumorali.
Evitare eccessi nutrizionali, preferire proteine vegetali ed evitare alimenti capaci di indurre una distrazione immunologica e un effetto infiammatorio sono raccomandazioni senz’altro da seguire. Per chi fosse interessato, rimandiamo alla registrazione su Youtube.