Ex Ilva, denuncia Usb contro ArcelorMittal: udienza fissata per il 19 febbraio

“Dopo aver depositato la denuncia nei confronti di ArcelorMittal, ai sensi dell’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori, per la mancata applicazione dei criteri di assunzione del personale come da accordo del 6 settembre 2018, è stata fissata l’udienza che sarà presieduta dal giudice De Napoli che si svolgerà presso il Tribunale di Taranto il 19 febbraio prossimo. In questa sede contiamo che si faccia giustizia a seguito della quale il gestore  ArcelorMittal possa dar luogo ad una politica differente rispetto a quella che sino ad oggi ha prodotto un comportamento anti sindacale”. Lo rende noto il sindacato Usb.

“L’affidabilità di ArcelorMittal dà segni di cedimento ovunque – viene spiegato in una nota – oggi nel reparto Acciaieria2 del siderurgico si è verificata la rottura di una siviera, in evidente stato di usura, che ha causato la fuoriuscita di acciaio liquido e che solo per una casualità non ha coinvolto gli operai presenti in quel momento e, sempre nella giornata odierna, un automezzo perlini è sprofondato a causa del cedimento del terreno in area parco rottami. L’USB ribadisce e rileva, oltre ad averla già denunciata, una grave situazione di assenza di sicurezza sugli impianti. Inoltre, in merito alle ditte in appalto, si registra una completa mancanza di informazione. Premesso che ci risulta che il “benchmark” di ArcelorMittal sia ben più basso di quello valutato negli anni di gestione dell’Amministrazione straordinaria, ad oggi ci sono notevoli ritardi dei pagamenti nei confronti delle ditte esterne che rischiano di chiudere battenti proprio sotto la gestione di ArcelorMittal che era arrivata qui a Taranto con grandi auspici ed annunciati investimenti.

In merito alla recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo siamo in attesa di comprendere le intenzioni e le reazioni del Governo. Ci auspichiamo che la sentenza non sia impugnata ed, invece, siano attuate le motivazioni della sentenza. Le leggi sino ad oggi prodotte non hanno tutelato la salute dei cittadini e degli stessi operai che sono stati sottoposti ad una “persistenza situazione di inquinamento ambientale” e, inoltre, le istituzioni “non hanno adottato tutte le misure necessarie per garantire una protezione efficace”. In tal senso ci auspichiamo che questo Governo ripristini uno Stato di diritto che a Taranto è assente da diversi anni”.