“Dopo la sentenza della Corte Europea tocca ai lavoratori ex Ilva battersi per i loro diritti”

Riceviamo e pubblichiamo una nota del sindacato FLMUniti – CUB Taranto.

La Corte Europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo, dopo sei anni dall’introduzione dei primi ricorsi dei cittadini di Taranto (52 nell’anno 2013 e 128 nel 2015), con sentenza del 24 gennaio 2019 ha dichiarato che lo Stato italiano ha omesso di mettere in atto tutte le misure necessarie per assicurare l’effettiva protezione della città e della loro vita privata.

Così è stata acclarata da un Giudice Internazionale la violazione dei diritti umani dei cittadini di Taranto, avvenuta proprio ad opera dello Stato, da chi, cioè, ha il dovere di proteggerli. Non appena diventerà esecutiva (tre mesi) l’Italia dovrà, quindi, conformarsi a questa sentenza, sotto la supervisione del Consiglio dei Ministri presso il Consiglio d’Europa, Organo preposto per il controllo dell’esecuzione delle sentenze della Corte Europea.

Ora toccherà anche ai lavoratori dell’ILVA di Taranto supportati dallo FLMUniti – CUB Taranto e difesi dagli avv. Biagio e Iolanda De Francesco, i cui ricorsi proposti nel giugno 2017 sono in attesa di essere decisi. Questi ultimi presentano aspetti ancora più peculiari in considerazione della particolare condizione dei ricorrenti: cittadini di Taranto e lavoratori dell’ILVA.

Per essi è in discussione non solo la loro vita privata, il diritto di vivere in ambiente salubre, ma anche la loro dignità, la loro stessa sopravvivenza, diritti fondamentali messi in pericolo ogni giorno sotto ricatto occupazionale.

Tra i lavoratori che hanno avuto il coraggio, di denunciare c’è chi, purtroppo, non potrà conoscere la decisione della Corte Europea poiché l’attentato alla vita da parte dello Stato si è, ormai, definitivamente ultimato con la sua morte.

Essi, però, ci lasciano il compito da concludere perché sia affermata la violazione da parte dello Stato dei loro diritti umani, quelli più importanti: la vita e la dignità. Ed il dovere di non cedere al ricatto occupazionale, ma di combattere con ogni mezzo per non dover scegliere se morire di lavoro o di fame. Perché ogni volta che si varchi la soglia della fabbrica si possa avere solo il pensiero di far bene il nostro lavoro, senza l’angoscia che ciò ci porterà a morte sicura.

La FLMUniti – CUB Taranto si batte per la tutela dei diritti dei lavoratori, sostenendo la loro azione anche innanzi alla Corte Europea. La sentenza del 24 gennaio è un primo traguardo raggiunto da parte dei cittadini. Ora, però, spetta ai lavoratori, e non solo a quelli già “in corsa”, battersi per i propri diritti.

Per essi è importante ottenere il riconoscimento della violazione dei diritti invocati nei ricorsi pendenti innanzi alla Corte dei diritti dell’Uomo, perché, anche attraverso questo percorso, si possano pretendere dallo Stato l’adozione di tutte le misure idonee, non solo per porre termine alla continua violazione, ma anche per riparare le violazioni subite, e perché possa essere restituita la dignità e attuarsi l’effettiva tutela effettiva dei diritti umani dei lavoratori.