Saranno il dott. Antonio Morelli, già presidente del Tribunale di Taranto, e la prof.ssa Evelyn Zappimbulso, a tenere a battesimo l’ultimo romanzo dell’avv. Cesare Paradiso “Sull’altra riva” (Manni editore).
L’appuntamento, che gode del patrocinio del Comune di Taranto, è per domani sera, venerdì 18 gennaio, alle ore 17 nella biblioteca civica “Pietro Acclavio”, piazzale Bestat.
“Sull’altra riva” tratta tema dell’Alzheimer, con tutti i suoi risvolti sociali e sanitari. Un lavoro che prende per mano il lettore e lo accompagna lungo i percorsi intricati della mente e dell’anima.
La malattia, quella che attacca i vecchi, aggredisce una donna che di anni ne ha cinquanta o poco più. Bice, leccese, “piccola, sorridente, sfrecciante”, si trasforma giorno dopo giorno in un corpo immobile, lontano da ogni percezione vitale.
Francesco, suo marito, un professionista di successo, innamorato come un ragazzo di quella donna conosciuta in età matura, dopo aver assistito con smarrimento e rabbia ai primi sintomi del male di cui non riesce neppure a dire il nome, ai colpi di artiglio della degenerazione mentale e fisica, prende una decisione che in pochi capiranno ma che trasformerà la sua vita: abbandona il suo lavoro, il suo mondo, ogni altra prospettiva per rimanere al fianco di sua moglie e accompagnarla nel suo declino inesorabile, fino all’ultimo respiro.
Sarà un suo amico ad incontrare questa decisione e a farne racconto, un racconto in prima persona.
L’autore si inoltra nel mondo feroce dell’Alzheimer, nelle sue nebbie fitte, nella sua implacabile progressione. Lo fa, entrando con rispetto fin nelle pieghe più intime e profonde di quella scelta così radicale.
Una semplice iniziale “visita di cortesia” , più volte rimandata, diventa la prima di una serie di visite a quella casa abitata dal dolore ma non dalla disperazione, a quell’uomo spinto dalla cocciuta volontà di sentirsi marito di Bice devastata dalla malattia, di continuare a tenere per mano la sua donna.
“Il frutto degli incontri è quasi una presa diretta”, spiega Cesare Paradiso. “Francesco – aggiunge l’autore – sembra aprirsi all’amico in tempi e modi che gli consentano la restituzione narrativa, ma anche una risonanza propria del narratore che questi possa riferire. L’amore rende semplice, persino a dirsi, il cambiamento forte operato da Francesco dentro di sé, che l’ha condotto “sull’altra riva del cuore”. Accettando e anzi condividendo senza riserve l’involuzione di sua moglie fin nelle pieghe più materiali. Abbracciando quel dolore e quel calvario non con l’idea di infliggersi un flagello ma con quella di continuare a vivere e ad amare”.
Anche il dolore è parte della vita, una sua porzione. “Il dolore è come un parto. Il parto è doloroso, ma i suoi dolori non sono un male, non sono una malattia. Prova a chiedere a una madre se si sentisse malata quando partoriva…”, scrive nel libro Paradiso. Un invito a guardare la vita ma a guardarla tutta, senza reticenze perchè, conclude Paradiso, “noi siamo la nostra storia”.
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