“Lo spostamento di personale nello stabilimento Arcelor Mittal Italia di Taranto è limitato numericamente e, soprattutto, per un periodo circoscritto”. Lo dicono fonti vicine all’azienda siderurgica commentando la decisione odierna dei sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb di proclamare 24 ore di sciopero dalle 7 del 14 gennaio.
I sindacati contestano infatti i trasferimenti del personale all’interno della fabbrica e invitano Arcelor Mittal a rispettare l’accordo di settembre al Mise che prevede 8200 assunti a Taranto.
“I trasferimenti indicati dai sindacati e adesso oggetto della protesta – spiegano fonti vicine ad Arcelor Mittal Italia – riguardano una quarantina di persone in tutto. Di queste – precisano le fonti -, 14 vanno alle manutenzioni per un periodo di tre-quattro mesi, mentre gli altri restanti vengono spostati all’interno dell’acciaieria, ma solo sino a febbraio, a seguito di una fermata temporanea dell’impianto bramme”.
La ricollocazione temporanea al lavoro attraverso una mobilità interna, spiegano ancora le fonti, è necessaria “per consentire a questo personale di continuare a lavorare, non essendo possibile ricorrere alla cassa integrazione, nè all’uso di ferie”.
Le ferie, infatti, sono state azzerate a tutto il personale Arcelor Mittal Italia dall’1 gennaio scorso. Essendo finita l’applicazione della formula del distacco da Ilva in amministrazione straordinaria, formula durata due mesi a partire dall’1 novembre scorso, il personale selezionato alla fine di ottobre dalla multinazionale è ora a tutti gli effetti dipendente di Arcelor Mittal Italia e riceverà la prima busta paga col timbro della nuova società con lo stipendio di gennaio in pagamento il 12 febbraio.
Nel frattempo, le ferie maturate con Ilva in amministrazione straordinaria sono state azzerate e verranno pagate da quest’ultima con lo stipendio di dicembre che sarà corrisposto il 12 gennaio.
Fonti vicine ad Arcelor Mittal Italia rilevano inoltre che il personale da trasferire temporaneamente alle manutenzioni andrà prima sottoposto a visita medica e poi formato.
La necessità di recuperare sulla manutenzione degli impianti é stata indicata come prioritaria dall’ad Matthieu Jehl come prioritaria, visto la necessità di portare in tempi brevi – si parla del primo o secondo trimestre dell’anno – la produzione di acciaio di Taranto ad un ritmo più adeguato alle potenzialità dello stabilimento, il più grande del gruppo.
Obiettivo della multinazionale è infatti assestare Taranto ad una produzione annua di 6 milioni di tonnellate, che è anche il livello concesso dall’Autorizzazione integrata ambientale, rilasciata tempo addietro dal ministero, sin quando non si completano i lavori di messa a norma e di risanamento. (AGI)
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