Ex Cemerad di Statte, riprese le attività di allontanamento dei fusti
Dallo scorso ottobre sono riprese le attività di trasporto finalizzate all’allontanamento dei fusti nel deposito “ex Cemerad”, ubicato nel Comune di Statte in provincia di Taranto, e che prima dell’insediamento del Commissario, nel novembre del 2015, era abbandonato da oltre 20 anni.Il primo trasporto, dopo la fase di stand-by connessa a procedure burocratiche da espletare, è stato effettuato il giorno 23 ottobre 2018.
Destinazione la Nucleco di Roma e dal prossimo anno anche l’estero: a Slovacchia, in particolare l’impianto di Bohunice della Javws. Da gennaio 2019 si prevedono infatti gli ulteriori trasporti verso la Nucleco per i fusti contenenti materiale radioattivo non ancora decaduto, in ragione di 1 trasporto ogni 3 settimane.
Da maggio 2017 ad oggi sono stati allontananti dal sito radioattivo oltre 1200 fusti di cui 86 ad alta radioattività (contenti sorgenti e filtri contaminati dalle radiazioni di Cernobyl) il 18 maggio 2017, 250 il 13 dicembre 2017, 136 il 23 gennaio 2018, 188 il 21 marzo, 351 il 25 ottobre e, infine, 212 il 7 novembre scorso.
All’estero andranno i liquidi organici radioattivi ed una quantità solida equivalente stimata in circa 1000 fusti.
Le attività di allontanamento dei fusti si erano interrotte in attesa dei requisiti di equivalenza al fine di assicurare caratteristiche radiologiche tra i rifiuti primari da inviare in Slovacchia, dove vengono trattati, e le ceneri di ritorno in Italia. Dal punto di vista amministrativo l’iter è stato complesso ed ha previsto il confronto fra diverse Istituzioni ed Enti fra cui Ministero dell’Ambiente, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ISPRA e Regione Lazio.
Tutti i trasporti, che avvengono tramite vettori autorizzati, sono stati effettuati previa comunicazione a tutti gli Organi coinvolti, in particolare: Prefettura, Questura, Comune di Statte e di Taranto, Ministro dell’ambiente, ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione).
Il deposito è in totale sicurezza, nel rispetto delle normative vigenti, e risulta controllato da vigilanza armata h24.
L’intervento previsto nell’ambito del Piano di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto che è stato messo a punto dal Commissario Straordinario, Vera Corbelli, è volto a proteggere la collettività e l’ambiente dal rischio di natura radiologica dovuto alla presenza sul territorio del deposito “ex Cemerad” oltre al “rilascio incondizionato” dell’area da ogni vincolo radiologico ha visto un iter – dalla programmazione, alla progettazione ed esecuzione delle varie fasi – alquanto articolato e complesso, il primo del genere a livello nazionale.
L’intervento è compreso in quelli previsti dal decreto legge numero 67 del 1997, che ha nominato Corbelli anche commissario straordinario per Cemerad in aggiunta all’incarico per la bonifica dell’area di Taranto.
Le risorse, 10 milioni di euro, rientrano in quelle destinate al Commissario Straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto di cui alla legge numero 20 del marzo 2015 (“Disposizioni urgenti per l’esercizio di imprese di interesse strategico nazionale in crisi e per lo sviluppo della città e dell’area di Taranto”).
Il percorso per la rimozione e l’allontanamento dei rifiuti ha visto assieme al Commissario Vera Corbelli l’impegno costante del Governo, della Commissione Parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, dei parlamentari del territorio, della Prefettura e dell’Amministrazione Comunale di Statte.
La rimozione e l’allontanamento dei rifiuti è iniziata dopo le valutazioni propedeutiche e le analisi specifiche inerenti l’intera area realizzate dal Commissario Straordinario con il supporto della Sogin, la Società per la Gestione dei siti nucleari e dei rifiuti radioattivi e della Nucleco seguendo una procedura rigorosa articolata in diverse fasi: l’adeguamento della protezione fisica del sito; la valutazione strutturale del deposito; il piano di intervento interno; la caratterizzazione radiologica delle matrici ambientali; il monitoraggio.
Dalle valutazioni eseguite dal Commisario, con il supporto di ISPRA e della SOGIN, sulla base della documentazione disponibile e dalle ispezioni effettuate, è stata riscontrata la presenza complessiva di circa 16500 fusti dei quali circa 3480 potenzialmente radioattivi e 13020 potenzialmente decaduti, per la maggior parte provenienti da attività sanitarie (ospedali e cliniche pubbliche e private, laboratori Ria, ecc.); fusti radioattivi contenenti filtri di condizionamento contaminati dall’evento Chernobyl ritirati da strutture pubbliche e private; infine, fusti contenenti sorgenti radioattive (parafulmini, rivelatori di fumo, sorgenti di taratura, fili di iridio, vetrino con uranio naturale).
Tutte le operazioni sono state concordate ed eseguite in stretta collaborazione con la Prefettura di Taranto dove è stato costituito un tavolo tecnico di confronto al quale partecipano i rappresentati di tutte le forze dell’ordine e degli organismi tecnici locali, che ha visto anche la messa a punto e l’attuazione di tutte le misure idonee a scongiurare qualsivoglia rischio per persone e luoghi di intervento tra i quali il Piano di emergenza esterno.
Oltre al Governo, coinvolti anche la commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti e i parlamentari del territorio. (Nota stampa)