Cambiamenti climatici: siamo davvero ad un punto di non ritorno?
Siamo nell’Antropocene, un periodo del tutto nuovo per la storia del nostro pianeta che indica una nuova direzione non più dettata dalla natura ma dall’uomo. Questo termine fu creato dopo la seconda metà dell‘800 ma adottato negli anni 90 per indicare quale impatto avessero le attività umane.
In questi ultimi anni, scienziati di tutto il mondo hanno cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica e politica sul futuro che ci aspetterà entro il prossimo secolo. In realtà, erano già note negli anni 60 le conseguenze dell’uso dei combustibili fossili ma tali ricerche non furono rese note al pubblico.
In particolare, era indicato un periodo preciso, gli anni 2000, come data di riferimento per eventi di portata eccezionale quale lo scioglimento della calotta polare. Gli studi confermano tale previsione e ci sono video che indicano un evidente aumento della temperatura generale.
E’ stato calcolato che dall’inizio dell’era preindustriale ad oggi, c’e’ stato un aumento di 0.88 gradi. Ci si può chiedere come tale aumento di temperatura possa cambiare la vita nel quotidiano. Nei primi giorni di ottobre 2018, e’ stato pubblicato il rapporto Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) il quale sottolinea l’importanza di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi anziché 2.
Gli ultimi studi indicano che ai livelli attuali, si raggiungerebbe il limite di 1,5 gradi già nel 2040. In questo quadro si inserisce la notizia che per la prima volta nella storia dell’homo sapiens, abbiamo raggiunto la quota di 400 ppm (parti per milione) di Co2.
In passato, tali valori sono stati raggiunti ma l’uomo non era comparso e il pianeta vive un’epoca geologica completamente diversa. Si potrebbe andare avanti con altre considerazioni, tipo il blocco della corrente del golfo (ricordate the day after tomorrow?) e il relativo cambio di temperatura nel Nord Europa oppure con il rilascio di permafrost che attualmente e’ bloccato tra i ghiacci che prima o poi si scioglieranno.
Siamo davvero ad un punto di non ritorno? A tal proposito vi rimando all’omonimo documentario pubblicato nel 2016, ricordando che sono previsioni che dovranno essere confermate con il tempo e che la climatologia e’ una scienza complessa che puo’ prevedere eventi in base all’andamento generale che includa la media di 30 anni di dati e ci indica che abbiamo sempre meno tempo per modificare l’andamento.
Tuttavia, in base ai primi sforzi delle nazioni, si sta spingendo l’adozione delle auto elettriche e l’eliminazione dapprima del diesel e successivamente della benzina. I piu’ ottimisti, parlano gia’ di una trasformazione del trasporto entro 10-15 anni. Forse ne serviranno altri 20.
La sensibilizzazione su larga scala e’ iniziata ma prima di un cambiamento climatico servirà un cambiamento culturale. L’agricoltura sta gia’ cambiando prospettiva, il presidente Trump da negozianista ha confermato la possibilità di mutazione del clima, “pensa che stia accadendo qualcosa. Non pensa sia una bufala”.
Tutto perduto dunque? Quale futuro ci aspetta? La premessa e’ che dovremo concepire i gesti quotidiani in maniera differente rispetto al passato iniziando a comprendere che conosciamo una sola casa, la Terra.
Antonio Pettinicchio