Ecosistema Scuola 2018: Bari tra i Comuni che hanno investito di più in manutenzione
Ecosistema Scuola 2018, alla sua XIX edizione, continua a mostrare un netto divario tra nord e sud del nostro Paese. Ogni anno il dossier di Legambiente analizza la qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi nei comuni capoluogo di provincia, valorizzando le scuole più virtuose che investono in sicurezza e salubrità degli edifici, nell’innovazione in campo energetico e costruttivo, in servizi e mense scolastiche di qualità. Scuole a norma, innovative e con certificazioni, sottoposte a costante monitoraggio e manutenzione, dominano al nord e al centro, a fronte di un sud più svantaggiato con criticità strutturali difficili da eliminare.
Il rapporto è stato presentato ieri 18 ottobre a Napoli, durante il primo forum ecologista sui processi e strumenti riguardanti in mondo della scuola. L’indagine raccoglie i dati tramite questionari assegnati ai comuni capoluoo di provincia ed esamina cinque indicatori fondamentali: anagrafica e informazioni generali sugli edifici; certificazioni, sicurezza, investimenti e manutenzione; servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche e avvio di pratiche ecocompatibili; efficienza energetica e rinnovabili; rischio ambientale indoor e outdoor. Da quest’anno si avvale inoltre dei dati forniti dall’Anagrafe dell’edilizia scolastica, per una maggiore attenzione alle condizioni generali di sicurezza.
Nella graduatoria nazionale di Ecosistema Scuola 2018 Lecce occupa il 50mo posto con il 51,29% di scuole che gode di migliori strutture e servizi. Bari con il 43,99% e Foggia con il 24,51% sono rispettivamente al 62mo e all’82mo posto. Sono escluse dall’indagine Brindisi che non invia i dati, Taranto per dati invece incompleti.
In Puglia il 56,1% di edifici scolastici è stato costruito dopo l’entrata in vigore della normativa antisismica (1974), il 7,5% di questi tra il 2001 e il 2007. Sebbene il 62,6% di strutture richieda interventi urgenti di manutenzione e nonostante il dislivello esistente tra nord e sud relativo alla programmazione e innovazione dei servizi offerti, i comuni pugliesi investono più di altri in interventi di manutenzione, con una spesa media per edificio di €11.894 per quella ordinaria, di €24.824 per quella straordinaria (dati sopra la media nazionale). Bari spicca al 4° posto nella top five dei comuni italiani che hanno speso di più nel 2017 in manutenzione straordinaria, con €31.885 per singolo edificio scolastico. Riguardo la manutenzione ordinaria, è quinta tra le prime cinque posizioni con una spesa media per edificio di €15.254.
Scarsi i passi in avanti sul piano delle certificazioni. Se tutte le scuole hanno porte antipanico ed effettuano regolarmente prove di evacuazione, solo il 25,3% è in possesso di certificati di agibilità; il 53,6% di condizioni igienico-sanitarie; il 24,5% di collaudo statico e il 15,1% di idoneità statica. Sale la percentuale di edifici con requisiti di accessibilità (89%) e quella con certificazioni di prevenzione incendi (70,7%).
Centro dell’indagine i servizi messi a disposizione degli studenti come scuolabus, pedibus, biblioteche e mense scolastiche. Nel 2017 solo il 46,5% degli edifici in Puglia usufruisce del servizio di linea scolastica; il 15,6% del servizio di scuolabus; il 2,3% del servizio di pedibus; il 39,3% dispone di attraversamenti pedonali; l’11,2% gode della presenza di nonni vigili e una esigua percentuale dell’8,4% ha una biblioteca. A questi dati si affianca un numero elevato di mense scolastiche con il 90,2% di scuole che privilegiano pasti con prodotti IGP e DOP, mentre l’89,5% favorisce prodotti biologici. La totalità delle mense utilizza ancora stoviglie monouso, incrementando purtroppo la produzione della plastica.
La nostra regione si distingue per l’impiego più alto di risorse rinnovabili e sostenibili. Ben l’80,2% delle scuole (dati sopra la media nazionale) utilizza fonti da energia rinnovabile, in particolare a Bari, Foggia e Lecce, mentre il 14,5% ha implementato impianti solari termini. A ciò non corrispondono tuttavia edifici meno energivori, con una percentuale del 73,7% in classe energetica G.
Sul fronte dei controlli connessi al rischio ambientale indoor e outdoor, nel 2017 solo il 50% dei comuni pugliesi ha svolto monitoraggi sulla presenza di amianto nelle scuole, la medesima percentuale è emersa anche dai controlli sulla presenza di radon. Il 2,2% degli edifici monitorati ha rilevato concentrazioni di gas radon, che ha richiesto un’azione di bonifica.
Riguardo le fonti d’inquinamento elettromagnetico, i monitoraggi da basse e alte frequenze mostrano dati poco significativi. Il 18,2% degli edifici è situato in prossimità di antenne cellulari e il 29,7% dispone di reti wifi.
Il dossier Ecosistema Scuola 2018 valorizza le scuole italiane che coniugano la sicurezza degli edifici con l’innovazione dei servizi, raccontate in Sulle storie di edilizia scolastica innovativa e sostenibile. Tra le dieci buone pratiche a livello nazionale è stata selezionata la Scuola dell’Infanzia “Don Tonino Bello” di Uggiano la Chiesa (Le), oggetto di interventi per l’efficientamento energetico e la messa a norma dell’edificio, indirizzati soprattutto all’implementazione di fonti rinnovabili, alla ristrutturazione e riqualificazione edilizia, al superamento delle barriere architettoniche, al miglioramento dell’impianto di riscaldamento e raffrescamento e degli impianti di illuminazione e produzione di acqua calda sanitaria. Ciò ha contribuito a eliminare il gas radon e il rischio di legionella.
«La scuola è l’ambiente in cui gli studenti trascorrono il maggior numero di ore e l’attenzione alla sua sicurezza è una priorità della nostra regione e dell’intero Paese, cui tutti hanno diritto – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia. Benché i dati pugliesi mostrino un incremento della manutenzione e dell’uso di rinnovabili, resta la necessità di un programma strutturale di interventi per l’adeguamento delle certificazioni e l’offerta dei servizi, non più rinviabile. Sebbene il 90% delle mense scolastiche serve pasti bio, delude l’utilizzo delle stoviglie monouso e i dati non pervenuti sulla raccolta differenziata. L’obiettivo è mettere a norma le scuole ad ogni livello per garantire la salute e la sicurezza di operatori e studenti».