Ilva: chiesto il rinvio a giudizio. Fissata per il 9 ottobre l’udienza preliminare. Sul banco degli imputati ex dirigenti, capi reparto e medici dell’ex Italsider e dell’ILVA per la morte di tre operai ammalati di mesotelioma e lesioni gravissime di un quarto lavoratore colpito dall’amianto killer. L’ONA si costituirà parte civile. Nuovo appello al Ministro Di Maio perché si provveda alle bonifiche dell’amianto ancora presente.
Le vittime hanno lavorato nello stabilimento siderurgico più grande d’Europa per oltre 20 anni senza mai ricevere alcuna protezione e senza essere mai stati informati sul rischio amianto. La richiesta di rinvio a giudizio, è stata firmata dal sostituto procuratore Giorgia Villa.
Le ipotesi di reato sono cooperazione colposa in omicidio colposo e in lesioni personale gravissime colpose per imprudenza, negligenza, imperizia e inosservanza delle norme sull’igiene del lavoro. Messi agli atti i certificati di malattia professionale rilasciati dall’INAIL e quelli degli accertamenti dello SPESAL, il Servizio Prevenzione e Sicurezza Negli Ambienti di Lavoro.
I dodici indagati sono Giambattista Spallanzani, direttore dell’Italsider tra il 1973 e il 1978, Sergio Noce, direttore tra il 1978 e il 1982, Attilio Angelini, direttore tra il 1984 e il 1987, Francesco Chindemi, direttore tra il 1989 e il 1993, Nicola Muni, direttore tra il 1993 e il 1995, Ettore Salvatore, direttore tra il 1995 e il 1996, Luigi Capogrosso, direttore tra il 1996 e il 2012; i tre capi reparto Pietro Loforese, Elio Buono ed Emanuele Imperiale e i medici Giancarlo Negri e Luciano Greco.
Spallanzani, Noce e Angelini, sono stati già stati condannati dalla Corte d’Appello di Taranto, a giugno del 2017, per la morte di altri 5 operai dell’Italsider-Ilva, a pene varianti tra 2 anni e 2 anni e 8 mesi. Secondo il RENAM, REgistro NAzionale Mesoteliomi per la Puglia, coerentemente con le rilevazioni dell’Osservatorio Nazionale Amianto, negli ultimi 20 anni sono stati censiti 1191 casi di mesotelioma pleurico, di questi il 40% solo a Taranto, pari a 472 casi.
Di questi ultimi, il 70% sono occupazionali; la restante parte, comunque è attribuibile all’area siderurgica. Le attività dell’ONA e l’assistenza in favore dei cittadini. Lo sportello Amianto ONA Taranto è già al servizio di lavoratori e cittadini esposti e vittime amianto.
I cittadini di Taranto potranno ottenere assistenza contattando lo sportello amianto al numero verde 800 034 294, e per informazioni si può consultare il sito www.osservatorioamianto.com
Fonte: Ona
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