In particolare continuiamo a contestare il dato relativo alla produzione che si intende realizzare a Taranto. Mittal dichiara di voler produrre 8 milioni di tonnellate annue di acciaio dal ciclo integrale, mentre noi riteniamo, sulla base della valutazione del danno sanitario effettuata da Arpa Puglia, che non si debbano superare i 6 milioni di tonnellate come massima produzione possibile da ciclo integrale se si vogliono evitare rischi per la salute di migliaia di persone – aggiunge la presidente di Legambiente Taranto – inoltre, il gruppo si impegna a collaborare con Arpa e ASL per effettuare annualmente la valutazione del danno sanitario ma non dice nulla in merito alla valutazione d’impatto preventiva che Legambiente continua a chiedere ritenendola indispensabile per lo stabilimento siderurgico tarantino.
È tempo, non solo per Mittal, ma anche per il Governo, di mettere sul piatto della bilancia più di quello che è stato messo finora, se si vuole davvero tenere insieme salute e lavoro. Non solo sino al 2023 ma anche oltre”.