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Ilva: Ona e USB Taranto uniti per tutelare la salute dei lavoratori

“L’ONA e USB uniti contro l’amianto, per la giustizia e il progresso. Salute e lavoro sono un connubio imprescindibile, e non un falso dilemma. Basta con il ricatto occupazionale per sacrificare la salute. Mai più amianto, mai più morti sul lavoro, mai più collusioni che hanno permesso tutte queste stragi, che colpiscono duramente l’intera Penisola e in particolare la città di Taranto.

Necessario il prepensionamento con riconoscimento dei benefici amianto fino al 03.9.2018, prorogabile fino alla data della bonifica e pensionamento immediato alle vittime di patologie: salute e lavoro debbono marciare insieme. E’ necessario che i lavoratori più pesantemente esposti ottengano il riconoscimento dei benefici amianto fino a tutt’oggi, per anticiparne il pensionamento ed evitare altre esposizioni a questi veleni.

Chi è stato colpito da patologie tumorali deve essere posto immediatamente in pensione. Gli altri lavoratori devono veder salvaguardato il loro posto di lavoro. No ad esuberi’, dichiarano congiuntamente l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, e Francesco Rizzo, coordinatore USB Taranto.

Nelle prossime settimane, verrà presentata una proposta di legge, per fermare la strage nella città di Taranto e per tutelare i lavoratori esposti ad amianto e altri cancerogeni, evitando l’applicazione della legge Fornero e con il riconoscimento dei benefici amianto fino al 03.09.2018, validi per il prepensionamento e l’immediato pensionamento delle vittime amianto in ILVA.
I numeri della strage
L’ONA ha già diffuso alcuni dati epidemiologici:
  • 472 casi di mesotelioma, registrati nella sola città di Taranto nel periodo dal 1993 al 2015 (Complessivamente in Puglia negli ultimi vent’anni sono stati censiti 1.191 mesotelioma e di questi il40% sono a Taranto);
  • Il 400% in più di casi di cancro tra i lavoratori impiegati nelle fonderie ILVA;
  • Il 50% di cancri in più anche tra gli impiegati dello stabilimento, che sono stati esposti solo in modo indiretto;
  • Il 500% di cancri in più rispetto alla media della popolazione generale, della città di Taranto, non impiegata nello stabilimento;
  • Tasso di incidenza del cancro, dell’intera città di Taranto, superiore alla media di tutte le altre città italiane.
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