Ilva, Melucci diserta il vertice al Mise e le associazioni chiedono cambio di rotta

TARANTO“Che dici, vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”. E la celebre domanda che si pone il protagonista di Ecce bombo, film italiano del 1978, diretto e interpretato da Nanni Moretti. Il sindaco di Taranto deve essersi trovato nella stessa situazione quando ha deciso sulla sua partecipazione al Tavolo sull’Ilva convocato al Mise per domani.

A quanto pare, Rinaldo Melucci, non ci andrà poiché a suo avviso si tratterebbe di una sceneggiata voluta dal ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio. L’incontro, accusa Melucci, è stato esteso “a una serie di sigle pseudo associative e comitati, tra i quali si rinvengono quelle delle aggressioni in prefettura nel giorno dell’ultimo tragico incidente nello stabilimento”. 

“Sigle dunque – sottolinea il sindaco – spesso inclini al dileggio delle istituzioni, sigle che hanno parte della responsabilità di aver lacerato la comunità ionica in questi anni. Il ministro ha perciò scelto i suoi interlocutori e ha tracciato definitivamente la linea dei lavori, contro ogni nostro ulteriore possibilismo”. 

“Il Comune di Taranto – aggiunge Melucci non parteciperà a nuove iniziative in questa forma. L’azienda e i commissari sanno dove trovare il sindaco quando la legge della Repubblica italiana prevederà il suo coinvolgimento. Il Comune di Taranto non si presterà a questo dilettantismo spaccone, che il ministro Di Maio ci spaccerà sicuramente per trasparenza e democrazia, ma in realtà è solo una sceneggiatura ben congegnata per coprire il vuoto di proposte e di coraggio”.

La decisione del ministro Luigi Di Maio di allargare la partecipazione al tavolo istituzionale di confronto sull’Ilva “è per noi del tutto inattesa”. Così anche per ArcelorMittal, come si legge in una lettera che l’Adnkronos ha potuto visionare, la scelta del governo di ampliare a 62 delegazioni la partecipazione al confronto previsto per domani arriva imprevista. “In merito alla comunicazione con cui ieri il Ministero ha allargato ad un ampio numero di soggetti privati il tavolo istituzionale convocato per lunedì, teniamo a precisare che la nostra società non era stata messa previamente al corrente di tale decisione, che quindi anche per noi è del tutto inattesa”, dice ArcelorMittal

Intanto, anche comitati e associazioni intervengono con una nota per spiegare la loro posizione sulla vicenda Ilva:

“Abbiamo accolto positivamente le azioni del Governo volte a mettere in discussione la gara di aggiudicazione dell’Ilva vinta da Arcelor Mittal, ma purtroppo prendiamo atto di come le azioni e le dichiarazioni dell’esecutivo, relativamente al futuro del siderurgico, vadano tutte nella direzione di garantirne la continuità produttiva attraverso l’“ambientalizzazione” dello stabilimento.

Ricontrattare le condizioni di vendita con l’acquirente, peraltro al di fuori del processo autorizzativo dell’AIA, ipotizzare una nuova gara, progettare un nuovo piano assunzioni ed un nuovo piano ambientale, non ricorrere ad un decreto per eliminare l’immunità penale, non lavorare per progettare un concreto ed efficiente piano di riconversione ecologica della nostra economia e perfino non ritirare le controdeduzioni fatte dal Ministero contro i ricorsi delle associazioni sull’ultimo Decreto salva-Ilva, rappresentano infatti segnali inequivocabili che la volontà del Governo sia quella di scongiurare la chiusura dell’Ilva e di legare il futuro del nostro territorio a quello della produzione dell’acciaio.

Una posizione che – ribadiamo – oltre a porre il Governo su posizioni distanti e contrapposte a quelle che abbiamo esposto al Mi.S.E. in audizione, rappresenta un evidente tradimento del mandato elettorale ricevuto dalla città di Taranto e dello stesso accordo di governo che parla esplicitamente di “chiusura progressiva delle fonti inquinanti”. D’altro canto come si intenderebbe “chiudere” se si cederà Ilva a Mittal?

Prendiamo altresì atto che il Ministro Di Maio non ha ancora raccolto il nostro perentorio invito a venire a rendicontare le strategie del Governo a Taranto, oltre che a visitare lo stabilimento accompagnato dagli operai che su quegli impianti lavorano e rischiano la vita ogni giorno.

Di contro, il Ministro ha convocato a Roma per lunedì 30 luglio tutte le parti coinvolte nella vicenda: Presidenti di Regione, Ministero dell’Ambiente, Ministero del Lavoro, Presidente di Provincia, Sindaci, Prefetto, Autorità Portuale, Sindacati, Confindustria, Commissari, ArcelorMittal S.A e AM InvestCo Italy srl e, con un invito frettoloso e tardivo giunto sabato notte, anche le associazioni del territorio. Oggetto dell’incontro, la “presentazione da parte di Arcelor Mittal dell’addendum al contratto di affitto dei rami di azienda di Ilva”.

Dunque il Ministero dello Sviluppo Economico esautora quello dell’Ambiente dalla sua funzione di titolare del procedimento prescrittivo del Piano ambientale, lasciando a Mittal la possibilità di migliorare quello che, già col Governo precedente, si era scritto sostanzialmente da sé. Un’apertura verso l’acquirente che la dice lunga sul destino dei propositi di chiusura della fabbrica e riconversione del territorio.

Speriamo di essere smentiti e che si cambi immediatamente rotta nella risoluzione e gestione della questione Ilva. Taranto non può più attendere, Taranto merita rispetto”.

I firmatari della nota:

Comitato Cittadini e lavoratori Liberi e Pensanti
Comitato quartiere Tamburi
FLMUniti CUB
Giustizia per Taranto
Legamjonici
LiberiAmo Taranto
Tamburi Combattenti
Taranto L.I.D.E.R.
Taranto Respira
TuttaMiaLaCittà
singole e singoli cittadini