Vendita Ilva, l’Anticorruzione riscontra criticità e l’Usb chiede l’annullamento della gara
Ci sono criticità nell’iter della gara per la cessione dell’Ilva ma uno stop della procedura può essere valutato solo dal Ministero dello Sviluppo nel caso in cui, come prevede la legge, esista un interesse pubblico specifico all’annullamento. E’ la risposta – secondo quanto l’ANSA è in grado di rivelare – che l’Autorità Anticorruzione ha inviato al vice-premier Luigi Di Maio che l’aveva interpellata sulla vendita dell’Ilva ad Arcelor Mittal. Criticità emergono sui punti segnalati dal Mise: dal rinvio del piano ambientale alle scadenze intermedie fino ai mancati rilanci.
In particolare i tempi sono stati dilatati quando la platea di pretendenti, tra i passaggi delle ”offerte iniziali” e quello dell”’offerta vincolate” si era ristretta a due sole cordate. Il ministero chiedeva di verificare se si fosse leso il principio della concorrenza e l’Anac risponde che il ben più ampio arco temporale di realizzazione del piano ha senza dubbio modificato in modo rilevante il quadro economico e fattuale. Il periodo più lungo di addirittura sei anni avrebbe potuto spingere più imprese a partecipare alla competizione, aumentando il livello di concorrenza e la qualità delle offerte.
Il secondo quesito riguardava invece le scadenze intermedie del piano, che non sono state rispettate. La proroga del piano ambientale – spiega l’Anac – non ha fatto venire meno il carattere vincolante delle prescrizioni del ministero dell’Ambiente. E in punta di diritto il mancato integrale adeguamento alle prescrizioni fissate dal ministero potrebbe essere sanzionata con l’esclusione dalla gara. Con una valutazione che, anche in questo caso, spetta all’amministrazione. L’ultimo punto riguarda il rilancio delle offerte, per le quali l’Anac rileva che questo aspetto della gara era stato inizialmente previsto ma poi non disciplinato in modo dettagliato, indicando come questi rilanci avrebbero potuto portare più soldi nelle casse dello Stato.
Intanto, il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha convocato a Palazzo Chigi una riunione straordinaria “per valutare i successivi passi da compiere”.
Con una nota stampa Sergio Bellavita, USB nazionale e Francesco Rizzo, coordinatore provinciale, chiedono al Ministro dello sviluppo economico e del lavoro Di Maio l’annullamento della gara e una convocazione urgente delle organizzazioni sindacali.
“Per quanto ci riguarda – si legge in una nota – continuiamo a ritenere che l’intervento pubblico diretto dello Stato nella proprietà dell’Ilva è l’unica reale garanzia per il futuro della città di Taranto e per tutti gli stabilimenti del gruppo Ilva e per coniugare il diritto alla salute, la difesa dell’ambiente e l’occupazione. Tuttavia se il Governo avesse intenzioni diverse, è comunque indispensabile riaprire la gara a patto che ponga come vincoli inderogabili l’ambientalizzazione reale dello stabilimento, le bonifiche quindi e alla sicurezza e la garanzia dell’integrale occupazione e del mantenimento dei diritti acquisiti”.
Dal fronte Fim Cisl si dice: “Non spetta al sindacato valutare la regolarità dei procedimenti, quello che chiediamo al Governo è non far trascorrere altro tempo e prenda una decisione. Ulteriori ritardi continuano ad essere pagati dai lavoratori e dai cittadini e allontanano le
possibilità di rilancio e ambientalizzazione”.