A Leporano si celebra il desiderio di riscatto della “Cozza Tarantina”
TARANTO – Da anni, il Centro Renoir di Cosimo Lardiello porta avanti una lodevole battaglia a favore del buon nome della cozza tarantina. Una sfida condotta anche dopo la tempesta che ha coinvolto il mitile tarantino nell’estate 2011, quando un’ordinanza della Asl impose il divieto di prelievo e vendita delle cozze allevate nel primo seno a causa dell’inquinamento da pcb e diossine.
Nonostante tutto, il Centro Renoir ha sempre cercato di valorizzare un prodotto tipico indissolubilmente legato alla storia della città ionica. Anche perché, come ribadito più volte su InchiostroVerde.it, le cozze allevate nel secondo seno del mar Piccolo e in Mar Grande sono le più controllate d’Italia e continuano a mantenere un sapore unico al mondo, riconosciuto non sono all’interno dei confini nazionali.
Dopo aver realizzato eventi in Italia e all’estero (Germania, Malta), il Festival dedicato alla Cozza Tarantina, ieri sera, è tonato nel nostro territorio e precisamente a Leporano per un Gran Galà tenuto presso il giardino dello storico ristorante “Antico Frantoio”.
La serata, allietata dal soprano Madelin Alonso, dal tenore Antonio Murro e dal cantante partenopeo Gennaro Mellone, è stata condotta da Angelo Caputo, giornalista di Studio 100 TV. Tra gli ospiti il sindaco di Leporano Angelo D’Abramo e il vice sindaco Iolanda Lotta, che hanno sottolineato l’importanza di un evento che promuove l’eccellenza del nostro territorio.
Tra i protagonisti assoluti della cena i piatti curati dallo chef Nicola Altavilla, impeccabilmente serviti dal giovane personale dell’ “Antico Frantoio”: dal tradizionale “riso, patate e cozze” alle “cozze gratinate”, senza dimenticare pietanze rese originali dal’estro dello chef come il “filetto di orata ripieno di cozze e pangrattato”.
Anche gli artisti che si sono esibiti tra una portata e l’altra hanno reso magica la serata con autentiche perle del repertorio napoletano: “Funiculi Funicula”, “Malafemmena”, “Lusingame”, solo per citarne alcune. Una maratona di buona musica e cucina tipica, che non ha disdegnato di dare spazio anche ai sapori dell’entroterra come il capocollo, la ricotta fresca e la burrata, con un occhio di riguardo agli appassionati di vino che hanno potuto gustare sia il Rosso che il Bianco delle cantine Varvaglione. Un mosaico perfetto, motivo di orgoglio per una comunità che ha sete di riscatto e vede nella “cozza tarantina” un vero e proprio simbolo di rinascita.